mercoledì 31 dicembre 2014

Nightwish Hype Machine: il gioco a chi ce l’ha più grosso

Ora, non sono un hipster, ma mi risultata che i vinili inizino a frusciare non appena si posa l’ago sul disco, e che la musica cominci quando, dopo qualche giro, si arriva alla traccia registrata. I Naituiss ci insegnano invece che il fruscio parte non appena il disco inizia a girare e la musica quando si posa l’ago. Probabilmente è un test: se riescono a farci credere questo, potranno darci a bere tutti i panegirici che sparano su Endless Forms Most Beautiful nel nono capitolo dello studio diary.


Stavolta parlasi di missaggio e mastering, e dove pensate che si vada a parare con tutto il discorso su “trent’anni fa bisognava fare tutto con 24 tracce, oggi la rock band media ne registra 60”? Ovviamente a un altissimo momento di celodurismo holopaneniano in cui veniamo a sapere che, a fronte di 250 tracce riproducibili da un computer, l’ultima canzone dell’album ne aveva circa 600, molte delle quali il tecnico ha dovuto unire al più presto per non far esplodere lo studio. Il messaggio è chiaro: i lavoro è mastodontico, quindi sarà sicuramente buono; l’importante sono le dimensioni, non l’uso che se ne fa. E che cosa dicono i fan dei Naituiss comunque vada? (semicit.)


Comunque, è interessante sapere che si parla di poche tracce strumentali per la band più una trentina di tracce vocali: tutto il resto sono effetti sonori, orchestra e coro; poi sono cattivo io quando dico che ormai ai Naituiss manca la sostanza e che fa tutto Pip Williams.
Altra cosa fondamentale è che dovremo comprarci tutti un impianto stereo professionale per poter apprezzare l’album nella sua complessità. Siamo avvisati: se sul computer fa schifo, è colpa delle casse, non della Tuomassa.
In conclusione, il narratore prevede già che il nuovo album sarà ascoltato da milioni di persone niente meno, ma veniamo a sapere che uno degli ingegneri lì non si prenderà nemmeno la sbatta. Infatti, non ha più ascoltato un intero album dei Naituiss missato e masterizzato dai tempi di Once (non specifica, quale, quindi presumo la versione 1.0). Come se si fosse perso qualcosa di diverso da allora…

lunedì 29 dicembre 2014

Anette Olzon si separa dalla earMUSIC

C’è crisi: anche Lagnette se n’è dovuta fare una ragione. Ha infatti deciso di lasciare la earMUSIC, la casa discografica che ha distribuito il suo album di debutto, per camminare da sola come la Tamarrja prima di lei. In un Q&A con i fan su Facebook, infatti, a una domanda su una possibile data di pubblicazione del seguito di Shine risponde:
Non saprei, perché ho deciso di separarmi dalla casa discografica e andare per conto mio. Quindi è da vedere quando e come pubblicherò qualcosa. Probabilmente pubblicherò quasi tutto solo su internet, su iTunes eccetera, visto che le vendite degli album vanno così male al giorno d’oggi.
Povera Nettie. Di sicuro non c’era da aspettarsi che le vendite andassero bene quanto gli album della Tamarrja, visto che lei non è un Grandissimo Soprano Finlandese, ma addirittura a questo punto? Beh, almeno io ho la coscienza pulita, l’album gliel’ho comprato (e l’ho anche trovato alla Fnac francese, mica in qualche negozietto sfigatissimo).
Quanto alla direzione musicale, ci risponde che:
Penso molto al mio prossimo progetto, ma non ho ancora iniziato a scrivere nuove canzoni oltre a quelle che ho già, quindi ancora non so come suonerà.
Quanto al diventare più copia Naituiss come la Tamarrja metal, Lagnette non ci sta proprio, dovesse anche morire di fame:
Provengo da un altro background musicale e quando scrivo musica non mi esce fuori metal. Certo, alcune canzoni possono essere più pesanti, ma il metal non è il mio stile musicale.
Comunque, potrebbe sempre fare come fanno molti musicisti al giorno d’oggi e darsi al crowdfunding. Ah, no, dimenticavo che è una delle persone più odiate dai metallini in quanto rimpiazzo della Grandissima Tamarrja. A proposito, ci dice:
Di sicuro non è stato divertente e sembra che qualsiasi cosa facessi, mi avrebbero odiato comunque. Ma non posso smettere di essere me stessa per questo, loro non conoscono me o chi sono e se mi giudicano per ciò che è successo prima è una loro scelta. Vorrei solo che tutto l’odio verso di me e, ovviamente, le altre cantanti potesse smettere, perché attaccarcisi non fa mai bene. Rende l’anima oscura e la vita negativa.
Su, sinceramente: in quanti avete distolto lo sguardo con aria da gnorri?
L’ultima chicca è una risposta alla domanda più stupida del mondo, ovvero se tornerebbe mai nei Naituiss.
No, non tornerei stando le cose com’erano subito prima che ci separassimo. Ma se le cose fossero com’erano nel 2007-2008, sì.
Lagnette, NO, non dirlo. Non pensarci nemmeno. L’unico modo in cui potresti tornare nei Naituiss sarebbe junctionata alla Pavimenta come riserva di energia per evitarle un altro esaurimento nervoso, per cui inizia subito a fuggire!

mercoledì 24 dicembre 2014

Gli (i?) Whyzdom preparano il terzo album

Qualcuno se li ricorda più, gli (o i?) Whyzdom? (Non ho mai capito che articolo usare con loro). Se la risposta è sì, di sicuro è per il magnifico debutto del 2010, From The Brink Of Infinity, e allora sappiate che nel 2012 è uscito il loro secondo album. Se la risposta è no, ci credo bene, perché il secondo album, Blind? del 2012, è stato un ottimo motivo per dimenticarli e ha spazzato via tutto ciò di buono che il predecessore aveva portato. Aggiungiamo l’avvicendamento di ben quattro cantanti – Telya Melan se n’è andata perché probabilmente aveva fiutato puzza di autoplagio, Clémentine Delauney è stata cacciata perché ha iniziato a fare featuring a destra e a manca mentre la band pettinava le bambole, Elvyne Lorient se n’è andata ad album già registrato, e ora c’è la nuova, Marie Rouyer – e praticamente abbiamo la versione symphonic e non gothic dei Sirenia: partiti bene, diventati trascurabili.

Comunque, i paladini dell’autoproclamato “Philharmonic Metal” (perché “symphonic” ormai è troppo inflazionato) non si arrendono e decidono di tornare in campo col terzo album. La scorsa settimana avevano promesso via Facebook notizie per questo mercoledì, e puntuali lo sono stati, riportando un comunicato ufficiale della casa discografica sulla loro pagina. Il nuovo album uscirà il 17 febbraio (giusto in tempo per cavalcare l’entusiasmo del singolo dei Naituiss) e il titolo sarà, rullo di tamburi…

Symphony For A Hopeless God

Dove tutti noi siamo Catelyn Stark.
Come dopo tutti i cambi di cantanti, le vocals non sono mai state più intense, belle, fighe, varie e quant’altro, bla bla bla, enfasi su mezzo-soprano per fare più musica operistica. Nero su bianco, veniamo anche a sapere che, visto che gli scorsi album si sono basati sull’orchestra sinfonica, sul coro lirico e sui riff metal, quest’album si baserà invece sull’orchestra sinfonica, sul coro lirico e sui riff metal, solo tutto più pompato e “cinematico” (fra un po’ inizierò a sviluppare gli anticorpi a questa parola).

Estremamente innovativo anche il concept: citando il post, il costante bisogno dell’umanità di affidarsi a una guida irrazionale nella loro vita, rinunciare alla libertà di pensiero, parola e azione in favore di ciò che chiamiamo “religione”. Massacri, genocidi, pulizie etniche sono state commesse troppo spesso in nome ella religione. Cosa ne penserebbe Dio se esistesse davvero?

Se ne fregherebbe altamente perché, essendo onnipotente, se volesse avrebbe ogni mezzo per cambiare le cose. Il fatto che non lo faccia significa che non gliene sbatte, e in ogni caso, non potrebbe essere hopeless. Ma tralasciando le disquisizioni teologiche con cui smontare il titolo, senza nulla togliere all’attualità dell’argomento… ha anche un po’ stufato. È uno degli evergreen del metal, del symphonic in particolare, sono state suonate e cantate talmente tante Embrace That Smothers a riguardo che ho perso il conto, e c’è davvero bisogno di scriverci sopra un intero nuovo album? E vabbè.

Riusciranno quindi gl… i… e che palle, les Whyzdom a risollevare una carriera partita brillantemente ma che si è arenata sotto il peso della sua stessa formula abusata? Un miglioramento lo possiamo già prevedere: qualunque sia la sua preparazione canora, Marie Rouyer non potrà fare una figura più barbina di Elvyne Lorient, che era di una monotonia e piattume agghiaccianti (anche perché le linee vocali lente e pigre non la valorizzavano affatto). Ma dato che le vocals erano solo uno dei troppi problemi di Blind?, e anche trascurabile se paragonato al songwriting ripetitivo e monotono, anche il futuro des Whyzdom appare abbastanza hopeless.

martedì 23 dicembre 2014

La #paxxissima vita di Laurie Ann Haus

Ecco, la Lorianna è una tipa che la gente si aspetta essere tutta Haus und Kierke heidnisch Altar, e invece, sorpresa!, ha una vita più movimentata di quella di tutti i follower di Epilla su Facebook messi assieme.
Fortunatamente, se ricordate, ha da poco comunicato di aver messo la testa a posto per concentrarsi unicamente sul nuovo album dei Todesbonden, visto che il precedente è del 2008. Se non che…

*musichetta dei Pokémon*


Appare side project selvatico. 

Giusto questo 12 dicembre, la Lorianna pubblica questo bellissimo artowrk è di Christian Schloe e ci annuncia di “aver manifestato” Serein, un progetto musicale che aveva in mente da anni, e che descrive come trascendente, meditativo, etereo, tranquillo, primevo, influenzato dalla natura e otherwordly.
Reazione collettiva dei fan dei Todesbonden.
Non solo: il 15 ottobre ci annuncia che anche il suo progetto musicale super segreto è quasi pronto e vedrà la luce col nuovo anno.
Le speranze dei fan dei Todesbonden.
A questo punto, credo di parlare a nome di tutti i fan dei Todesbonden quando chiedo: Lorianna cara, ma il tempo di lavorare alla band dove lo trovi?
Ma non temete, abbiamo un post anche su questo. In realtà, è seguito subito a quello su Serein, e lascia intendere che il panico si è scatenato davvero e non solo dalle mie parti.
Cosa è successo ai Todesbonden?
Visto che mi è stato chiesto se ho in progetto di tornare mai alla mia band Todesbonden (metal etereo con influenze etniche), ho pensato di rispondere qui.
Al momento, i Todesbonden sono la mia priorità numero uno.
Proprio ora sto registrando la voce per quattro o cinque demo da mandare alla nostra casa discografica perché le revisionino, e l’anno che verrà sarà dedicato al completamento del resto dell’album.
Abbiamo un sacco di musica e vogliamo darvi soltanto il meglio.
Al momento sto cantando su canzoni scritte principalmente da mio marito, nonché fantastico musicista, Jason Aaron Wood, e la sua musica è bellissima. Infilerò dentro anche alcune canzoni che ho scritto per conto mio.
L’album si chiamerà Mythos e, come il titolo suggerisce, si concentrerà su temi mitologici di tutto il mondo. Anche se ce ne saranno molti altri, tre dei soggetti sono:
• Boudicca, la semi-mitologica regina druida degli Iceni.
• Kwan Yin, la dea della Compassione (estremo oriente).
• Dafne, una bellissima ragazza greca trasformatasi in alloro mentre fuggiva da Apollo.
Lo stile musicale sarà più fantasy, meno progressivo, più doomy ed etereo rispetto all’ultimo album.
Nonostante il nostro ultimo album fosse fantastico e ne sia orgogliosissima, ho sempre voluto portare più influenze naturali, eteree ed etniche nei Todesbonden, come ad esempio quando ho scritto la musica per il nostro primo EP, Stormbringer, ormai tanto tempo fa. Quest’album andrà più in quella direzione e per ora sono molto contenta di ciò che offriremo.
Il nostro ritardo è dipeso soltanto dal fatto che molti di noi, io per prima, siamo stati distratti da altri progetti musicali (tipo pagare le bollette), problemi con la vita reale e così via.

I Todesbonden sono un prodotto dell’amore, per cui saranno sempre vicini al mio cuore. Ma come tutti sappiamo, la musica non dà profitto a molti di noi, in particolare ai progetti oscuri come i nostri.
Ad ogni modo, il profitto non è mai stata una mia preoccupazione, per cui non mi è dispiaciuto quando tutti i miei risparmi sono finiti nel nostro ultimo album. Ma visto che mio marito e io dobbiamo sopravvivere, raffazzoniamo ciò che possiamo e proviamo a rimanere ispirati mentre lo facciamo.
Quindi, per favore, resistete con noi. In cambio vi daremo dell’ottima musica, speriamo prima che poi!
Ok, Lorianna, se lo dici tu, di riuscire a trovare il tempo per fare tutto, esercitarti con l’Irish Whistle, produrre le milioni di cose di cui ormai ho perso il conto sul tuo SoundCloud e anche registrare con i Todesbonden, noi ci fidiamo. E anzi, se scopri il trucco per far diventare le giornate di quarantott’ore, diccelo perché servirebbe a molti!

lunedì 22 dicembre 2014

Endless Forms Most Beautiful: titolo, copertina e data di rilascio del nuovo album dei Nightwish

Ragazzi, state tranquilli: sono tre giorni che combatto contro l’influenza e adesso sono sotto antibiotici; tutti conosciamo i loro effetti collaterali sulla flora batterica, per cui il fatto che sia dovuto correre alla toilette con urgenza letteralmente nel momento stesso in cui ho visto la copertina di Eightwish è una pura e semplice coincidenza. Non sono un medico, ma sono abbastanza certo che, se siete sani, l’effetto in questione sarà solo in senso metaforico.
Grande annuncio quest’oggi in casa Naituiss, strombazzato prima sulla pagina Facebook della Tuomassa e poi su quella della band. Il nuovo album ha una data di uscita, un titolo e, purtroppo, una copertina. La data è il 27 marzo, il titolo è Endless Forms Most Beautiful, la copertina è quel robo là sopra. In caso ve lo stiate chiedendo, no, il titolo non significa nulla; almeno preso per conto suo, perché senza il resto della citazione de L’Origine delle Specie di Darwin, da cui è preso, non ha nessun nesso logico-sintattico che lo renda intelliggibile. Ma le menti più acute dovrebbero essere in grado di risalire a papà Charles scavando in mezzo al guazzabuglio di punti luce discordanti e orribili rendering 3D di trilobiti, dinosauri, cetacei, felini, scimmiette, elefanti, due donnine nude e l’enorme dildo elicoidale che sprizza elettricità prodotta probabilmente dalle turbine che sfruttano il furioso rivoltarsi del cadavere di Darwin nella tomba. Con tutte quelle parti meccaniche, dirigibili, doppie eliche e il mappamondo, poi, questa composizione semisimmetrica a grappolo mi dà un vaghissimo senso di déjà-vù che… mmh, proprio non riesco a identificare. Sarà che questa è fatta coi piedi. E dire che Once l’avevo comprato proprio per la copertina…
Qui non credo che farò altrettanto, nonostante sia già disponibile il preorder. Ancora non c’è nemmeno una tracklist, ma in compenso si può comprare Eightwish in versione cd standard, download digitale, digibook con cd strumentale, doppio LP in tutti i colori più trendy del 2015, Earbook con cd strumentale e orchestrale, Earbook deluxe con tre cd e vinile bonus versione Oro e Argento. Ma visto che gli amici di BBQ nei video diary l’hanno già eletto album dell’anno a scatola chiusa, i fan possono anche farlo, il piccolo sforzo di spendere quaranta euro per il Pacchetto Nonplusultra™ senza ancora sapere niente a riguardo.

Concludo con una nota positiva: ormai avrete tutti capito che l’eterno riciclarsi musicale e testuale della Tuomassa è il motivo principale per cui non mi strappo i capelli ogni volta che i Naituiss annunciano una release. Stavolta, invece, devo renderle il dovuto e complimentarmi per il fatto che, finalmente, ha deciso di uscire dai piccoli cliché del suo ego ed esplorare tematiche nuove.
Voglio dire, A Return To The Sea e The Forever Moments sono talmente vecchie e brutte che possiamo anche far finta che non siano mai esistite e che, quindi, questi temi siano inediti, invece che un riciclo di materiale pre-fantasy-Tolkien-e-Disney-ggiante e pre-fantasie-erotiche-sulla-Tamarrja…

venerdì 19 dicembre 2014

Floor Jansen dice “perkele” e compra una crostata in tv

Lo so, sono una brutta persona per aver scritto un articolo sulla Pavimenta proprio subito dopo quello sull’Amanza, tanto più che l’ho fatto più che deliberatamente.

Fatto sta che l’inarrestabile Naituiss Hype Machine non poteva proprio non fare una sosta per il carburante presso la Yle, in pratica la Rai finlandese, che, con una sostanzialità di contenuti da fare invidia a uno speciale di Studio Aperto sulle Veline, ha seguito la Pavimenta mentre si cimentava nel far vibrare il più a lungo possibile la R in “perkele” e andava poi a comprare una karjalanpiirakka, la crostata tipica della Carelia, in un chioschetto per strada a Joensuu. Qualche altra chiacchiera di profonda rilevanza culturale sul caldo dell’estate, i colori dell’autunno e la neve dell’inverno, due parole sul bar di quartiere, e poi tanta awkwardness quando le chiedono quanto è entusiasta per il nuovo album dei Naituiss. Beh, se non altro dà qualche dettaglio in più sul suo approccio alle prove e alle registrazioni rispetto ai video diary ufficiali, probabilmente perché qui non c’è la Solenne Voce Narrante™ che si prende tutto lo screentime. Qui il video, che non riesco a integrare nell’articolo.

Ora, Pavime’, anche io sarei orgoglioso da morire di essermi messo sotto e aver imparato una lingua che non solo è nuova, ma non è nemmeno indoeuropea. Ma ti sembra davvero il caso di chiamare la tv nazionale ogni volta che ti soffi il naso? D’accordo che, a loro tempo, la Tuomassa e la Tamarrja le borsettate mediatiche se le diedero più sui tabloid finlandesi che su internet, e quindi i Naituiss hanno rilevanza mediatica in patria, ma davvero ci si deve concentrare così sulle trivialità piuttosto che sulla musica?
Ah già, dimenticavo che aspettarsi che nel 2014 i Naituiss si occupino seriamente di musica fra uno split e un auto-panegirico è come aspettarsi che Lindsey Lohan giri un bel film fra una pista di coca e un mugshot.

Amanda Somerville fa il punto delle sue collaborazioni

Avete mai provato a seguire l’Amanza in tutti i suoi side-project, featuring, comparaste, ospitate e chi più ne ha più ne metta? Beh, dev’essere una fonte di stress non indifferente e credo che solo Mamma Anneke la superi in quanto a prolificità e dispersività.
Fortunatamente, però, l’Amandona Internazionale ha fatto un piccolo riassunto di tutte le cose in cui ha le mani in pasta ultimamente:

• Ha duettato con Klaus Dirks dei Mob Rules sul loro classico End Of Days su un loro album speciale per il ventesimo anniversario intitolato Timekeeper.
• Ha duettato con Chity Somapala dei Red Circuit nella canzone Worlds Collide, che finirà sul loro prossimo album, Haze of Nemesis (qui una snippet).
• Ha preso parte all’ennesima metal opera, Eon di tale Amadeus Awad, definito dalla stampa (almeno secondo la sua pagina Facebook) l’Arjen Lucassen libanese. La metal opera avrà un tema mediorientale, e l’Amanza partecipa nel ruolo di Regina del Nilo (dall’Electric Castle fanno ciao), mentre Russell Allen dei Symphony X partecipa nel ruolo del Faraone.

In tutto ciò, per chi si fosse perso le notizia precedenti (io):
• Pare che gli Avantasia abbiano cessato le attività con il live del Wacken 2014. Almeno per il futuro prossimo venturo, poi magari faranno più comeback di Cher.
• Questo primo settembre era uscito Serenades of the Netherworld, il nuovo album degli HDK del maritino Sander Gommans con massiccia presenza dell’Amandona, che ascolterei anche se non finissi inevitabilmente ad alzare gli occhi al soffitto ogni volta che penso che l’acronimo vuol dire Hate, Death, Kill.
• È in arrivo anche un secondo album del progetto Kiske/Somerville: l’anno scorso l’Amanza aveva detto che era previsto per quest’anno, ma su Facebook risulta che City of Heroes (altro rolleyes) debba uscire nel 2015. Purtroppo, aggiungerei, visto la porcheria che è stato il primo.
• Personalmente, aspetto con molta più impazienza il suo prossimo album solista, Conformity Challenged, annunciato sempre per il 2015 in una newsletter di maggio, dove l’Amandona non si lascerà schiacciare dall’ego di troppi altri cantanti che tentano di rubarle la scena e potrà davvero farsi valere. Ma hey, conosciamo i metallarini: di sicuro le bollette se le pagherà più headbangando con Tobias Sammet che non con il pop-rock sofisticato che le viene tanto bene. Oh well

Rock Dolls di Simone Simons all’asta per beneficenza

Avete capito, la Simoncina? Anni e anni di vedove degli After Forever supremazisti dei Naituiss fan della Helena Imen Tettesen soprani rosiconi italiani gente ottusa che la accusa continuamente di puntare tutto sull’immagine e niente sulla sostanza, di comportarsi da diva, di darsi arie, di tingersi i capelli con il sangue dei gattini e addirittura di essere una “Metal Barbie”, e lei cosa fa? Ci raccoglie sopra fondi per la ricerca sul cancro.
Lo I Style Stars Studio Ingeborg Steenhorst e la Cats’n’Dolls Creations hanno infatti realizzato due Rock Dolls ispirate alla Simona che sono andate all’asta su eBay la scorsa settimana per raccogliere fondi per il KWF Kankerbestrijding, l’istituto olandese per la prevenzione dei tumori. Tolti i costi di produzione e le spese relative a eBay, infatti, tutto il resto dei proventi è andato alla ricerca.

Le bambole in sé sono state realizzate dalla Cats’n’Dolls secondo lo styling di Ingeborg Steenhorst, con vestiti e accessori che sono riproduzioni in miniatura degli abiti di scena della Simona e sono addirittura ricavati da scampoli della stessa stoffa, realizzati a mano da Lorena Neri e Adriana Savioli. Non mi intendo molto di queste cose, ma mi pare di capire anche che i capelli siano stati tinti con una tinta professionale per avvicinarsi il più possibile al colore (vecchio) della Simoncina, e tipo impiantati uno a uno in un processo che ha richiesto quindici ore. Chapeau alle creatrici, non dev’essere stato facile.
Le bambole sono ovviamente pezzi unici, arrivano con un certificato di autenticità e una scatola realizzata a mano e autografata dalla Simoncina in persona. Mica pizza e fichi!
La somiglianza c’è, specie perché entrambe sono tutte da spupazzare pardon, arroganti e con atteggiamenti da diva.
Ciao, sono Simone Simons e sono una diva che non incontra i fan dopo il concerto.
Ciao, sono Simone Simons e sono una diva che non ringrazia le fangirl per i cioccolatini.
L’asta si è conclusa ieri a mezzanotte e spicci, e le bambole hanno raccolto 720 euro in totale: 375 quella con la faccia da diva che non incontra i fan dopo il concerto, e 345 quella con la faccia da diva che non ringrazia le fangirl per i cioccolatini.
Ovviamente, ora che ha fatto della beneficenza sul suo essere una “Metal Barbie”, ci sono mille e mille motivi per criticare la Simoncina: perché non ha coperto lei i costi di produzione e di eBay per destinare la cifra intera al Kankerbestrijding? Perché non ha dato ciocche di capelli veri per la realizzazione delle bambole? Anzi, perché non se li è rasati per donarli a qualche paziente? Si è assicurata che la ricerca non venga condotta sugli animali, o è anche lei un’assassina specista? Perché le bambole non cantano? Perché non fanno le bambole della Pavimenta?!
Insomma, se c’è una legge fisica che nemmeno la Relatività Generale può piegare è che nulla di ciò che fa la Simona va mai bene.

La demo di Romanticide dall’audizione di Anette Olzon

Grazie mille, Lagnette, per avermi ricordato perché sono anni, ormai, che non ascolto Once 1.0 dei Naituiss.
Quest’oggi, infatti, Lagny ha pubblicato su SoundCloud la demo di Romanticide che mandò a suo tempo come audizione alla band. Così, in barba agli haters, perché Lei Può™. Dato che, come tutti (chi?) ricorderemo, all’epoca si era parlato di Ever Dream, nei commenti al post su Facebook Lagnette ha chiarito che dopo quella ne ha mandate altre cinque, fra cui, appunto, Romanticide.


Ora, lo ammetto subito: non ho mai amato questa canzone, neanche ai tempi in cui ero più o meno un fan dei Naituiss; ma ciò non toglie che, con tutto che ancora non si era messa sotto a migliorarsi e sembrava sotto elio, Lagnette è l’unico elemento che redime questa cosa.
E ci è anche andata bene, perché su Facebook la fanciulla ci ha detto che all’inizio aveva provato a caricare Ghost Love Score. Lagny, tesoro, ti prego… no. Cinque minuti di Romanticide riesco ancora a sopportarli per amor tuo, ma dieci minuti e passa di patchwork orchestrale assemblato senza alcun criterio logico soltanto per raggiungere la lunghezza di una suite no, mi rifiuto! 

lunedì 8 dicembre 2014

Nightwish Hype Machine: l’episodio 8 e l’annuncio del singolo, Élan

Ieee. Altre notizie su Eightwish, non sto più nella pelle e non credo sia la dermatite.


Per prima cosa abbiamo l’ottava parte dello studio diary, in cui la Tuomassa e la Pavimenta supervisionano la registrazione di cori e orchestra a Londra. Dopo un lungo blabla sul fatto che gli Angel Studios siano impressionanti, la Tuomassa fa la prima uscita degna di nota e dice che ai musicisti piace ciò che stanno facendo. Credo che il laughbox si sia rotto, ma la Tommasina potrebbe anche avere ragione: che pacchia dev’essere farsi pagare profumatamente per suonare una partitura praticamente identica a quella delle ultime tre volte? Poi ci mostrano le percussioni, tante e abnormi per mantenerci svegli come Jukka durante l’ascolto dell’album, e veniamo a sapere che alcuni dei percussionisti hanno lavorato con Hans Zimmer, e anche loro dovranno soltanto ripetersi in una versione più cheap di quello che hanno già fatto.
L’immancabile Pip Williams fa il lavoro sporco arrangiando le linee orchestrali che la Tuomassa traccia con la tastiera in qualcosa di intelligibile per i musicisti, e ci assicura che nel prossimo album quando partirà l’orchestra la sentiremo davvero tanto. Fortuna che anche dei Pokémon hanno inventato le megaevoluzioni, così abbiamo sempre un punto di paragone.
Infine, arriva la domanda fatidica: cosa assicura il successo continuativo dei Naituiss? Chiaramente è il genio della Tuomassa, dice Pip, e il fatto che ciò che fa sia unico e quegli altri poracci là fuori possano solo tentare di scimmiottarlo, non certo il fatto che continui a mungere indiscriminatamente la scarsa apertura mentale del metallino medio riproponendo gli stessi cliché degli ultimi dieci anni senza vergogna alcuna.

Ma non solo: è fresco fresco di oggi l’annuncio che Élan, il primo singolo tratto dall’album (il cui titolo ancora non è dato sapere), uscirà il 13 febbraio, e conterrà quattro tracce: versione regular, radio edit e alternativa della title track, e una outtake dell’album chiamata Sagan. Così a naso, prepariamoci a tonnellate di uilleann pipes.

Sempre a proposito del singolo, ecco cosa ci dice la Tuomassa, dopo aver citato Walt Whitman:
Oh, mentre vivo per dominare la vita, non esserne schiavoPer incontrare la vita come un potente conquistatore, e niente al di fuori di me prenderà mai il mio comando.” 
Questa bellissima citazione del mio eroe, lo Zio Walt [un altro, n.d.r.], è stata il punto di partenza per la scrittura di Élan. Il tema sottinteso della canzone è niente meno che il significato della vita, che può essere qualcosa di diverso per ognuno di noi. È importante arrendersi alle occasionali “cadute libere” e non temere i sestieri meno battuti. Élan è un fantastico teaser per l’album, ne dà un piccolo assaggio ma rivela davvero poco del vero Viaggio di Grandezza che arriverà.
Insomma, parliamo di roba profonda, mica le solite sirenette spiaggiate, qui! Anche se sentire la Tuomassa che parla di prendere sentieri nuovi mi fa venire voglia di riparare il laughbox.

Countermove: il metal olandese unito per beneficenza

È da un po’ che girano notizie su questo progetto di Joost van der Broek featuring a una comitiva di altri artisti olandesi. Ora, finalmente, si sa qualcosa di più preciso ed è anche uscito il primo singolo, per cui è il momento di parlarne anche qui.
Countermove è il nuovo progetto capitanato, appunto, da Joost con doppio scopo: dare più visibilità alla scena metal olandese e, a tempo stesso, fare beneficenza alla Croce Rossa e alle vittime degli abusi sessuali nelle zone di guerra. In sostanza, Joost si è scocciato di spippettarsi in studio producendo gli altri e ha deciso di tornare a fare musica invitando un pulmino di gente a unirsi. Il primo singolo, The Power Of Love, ovviamente una cover dell’evergreen dei Frankie Goes To Hollywood, è uscito oggi, giusto in tempo per fare pendant con le decorazioni degli alberi di Natale.


Ammetto di apprezzare molto l’arrangiamento: con tutta questa carne al fuoco rischiava di essere una pacchianata di dimensioni epiche, e invece. Anzi, l’orchestra stile ultimo album degli After Forever e gli sprazzi prog mi sono anche mancati un po’, dopo il loro split. E mi sono piaciute anche le varie prove vocali, specie perché la Pavimenta non urla come un’ossessa. Se il trend è questo, si prospetta un’ottima collaborazione.
Ad ogni modo, nel carrozzone condotto da Joost abbiamo:

• la Pavimenta, appunto, per prima in tutti i post a riguardo e anche fra i vocalist del video perché è la dittatrice di Esthar la cantante dei Naituiss e non si può fare altrimenti.
• la Simoncina, che probabilmente devolverà un po’ dei suoi trucchi di Sephora scaduti alla causa, come si faceva con le brioscine negli Anni Novanta.
Mamma Anneke, perché dove c’è un featuring da fare, fosse anche con la voce preregistrata di Trenitalia, lei arriva di corsa.
Manda Ophuis, come già sapevamo.
• Cochotte dei Delain, a patti che la prossima campagna sarà a favore dell’abolizione delle macellerie.
• Marcelìna Pane y Vina, per dare quel tocco internèscional in più.
Valerio Recenti dei My Propane, vedi sopra.
Mark Jansen, perché quando c’è da fare beneficenza lui si tuffa di testa con tutta la bicicletta (ma tanto usa il casco).
Arjen Lucassen, senza di lui mai nella vita.
George Oosthoek, anche lui con le mani in pasta sempre dappertutto.
Ruud Jolie dei Within Temptation, per gentile concessione di Sharona Milfona che è invece  troppo impegnata a disegnare costumi di scena per fare le elemosina.
Varia altra gente che conosco solo di nome (o per niente) fra cui la van Giersbergen Wannabe (Vision of Atlantis pardon, Xandria), Daniël de Jongh (Textures), Jochem Jonkman (Vanderbuyst), Caroline Westendorp (The Charm The Fury), Epic Rock Choir (The Theater Equation), Anand Mahangoe, Remon Masseling, DJ van Zon (My Propane), Maaike Peterse (Kingfisher Sky) e Ben Mathot (Ayreon, Kyteman).

Cos’altro verrà fuori da questo scontro fra titani, primedonne e qualche poraccio/a random? Staremo a vedere!

Helsinki J, il progetto house di Barbara Schera Vanoli

Ecco, ti pareva: il morbo delle vedute aperte in campo musicale miete un’altra vittima. Dove andremo a finire, di questo passo? Riavremo mai le mezze stagioni? Che ne sarà di qualunquismi come “solo il metal è la retta via”?
Ad ogni modo, mentre lavora al prossimo full length dei Dama (aspettando il quale mi sto arrampicando ai soffitti per l’impazienza), la nostra Barbarina ha sfoderato anche una collaborazione house sotto il nome di Helsinki J. Il progetto, distribuito dalla Bang Record (un’etichetta indipendente italiana specializzata in house, dance e pop), ha pubblicato pochi giorni fa il lyric video del primo singolo, Out Of Time, a breve disponibile nei negozi digitali.


La classe non è acqua, e Barbarina ne ha tanta in qualsiasi ambito si cimenti. Poi insomma, adoro la sua voce, adoro la musica elettronica di alto livello, per cui sono impaziente di sentire altro di Helsinki J.
E ANCHE DEI DAMA, GIÀ CHE CI SIAMO. Ma senza pressioni, eh!

mercoledì 3 dicembre 2014

Il selfie al naturale di Cristina Scabbia

Mi sembra che in questi giorni si sia diffusa l’idea erronea che qui su Epilla ci si creda giornalisti seri e critici musicali di grido, nonostante i ventordici disclaimer, un header del blog e un’immagine copertina di Facebook che sono tutto tranne che seri e, anzi, sono piuttosto espliciti sul fatto che qui si cazzeggia in allegria. Per cui, lasciamo perdere i grandi sacrifici delle Dive de noartri e ristabiliamo l’ordine naturale parlando di cose alla nostra portata: questo pomeriggio cHristina SenzaFottutaAcca!!! si è fatta un selfie e l’ha caricato su Facebook. Big deal, direte voi, ma si tratta di un #nofilter #nomakeup con sentito discorso di #empowerment da #strongindependentwoman. Vediamo cosa aveva da dirci:
Il trucco e un po’ di photoshop rendono le foto magnifiche e i ricordi fantastici, ma possono anche distorcere l’immagine di come sia una “persona vera” e causare bassa autostima e frustrazione perché non si “sembra perfetti” come nelle foto magiche. Personalmente ho lavorato con ottimi fotografi e make up artist, ma la realtà è che mi sveglio così: niente pelle di porcellana, niente luci strane, niente occhi e labbra dipinti. Ed è così che le cose stanno e voglio che siano. Non dimenticate mai che è divertente essere carini e truccati, ma la “perfezione” non esiste. C’è una ragione perché siamo tutti diversi e unici: per ricordarci che se anche esiste una “regola generale di bellezza” creata da persone come noi… la si può facilmente mettere in discussione, invertire e… negare. Siate fieri di voi stessi, di ogni centimetro della vostra pelle, di ogni ruga nata da un sorriso o perché non avete dormito dalla preoccupazione per i vostri cari; siate orgogliosi di ogni parte di voi. Non c’è NESSUNO come voi in tutto questo dannato mondo. Vivete da UNICI quali siete.
Chapeau a cHristina per il bellissimo discorso (e per aver dimostrato di essere una di quelle pochissime cantanti metal italiane che ha il coraggio di non spararsi le pose o arruffare le piume per ogni stronzata). Anche se diciamocelo: facile parlare per lei, che ha passato i quarant’anni ed è ancora una figa stratosferica anche con gli occhietti assonnati. Chiediamolo alla Prozia Livia se è d’accordo!

lunedì 1 dicembre 2014

Otto Schimmelpenninck e la cannonata fra le gambe

Questa è una di quelle cose che le leggi e non riesci a crederci.
A quanto pare, il povero Otto Schimmelpenninck, bassista dei Delain, ha avuto uno di quegli incidenti che neanche su Malattie Imbarazzanti. Mentre suonava sul palco a Birmingham, infatti, si è avvicinato troppo al cannone che spara i coriandoli sul pubblico e si è preso un blast di aria compressa e pezzetti di carta dritta dritta sulle palle. Qualcosa mi dice che le stelle che ha visto non erano filanti.
Con un eroismo che, da maschietto, gli ammiro tanto, ha terminato lo show e solo dopo è andato all’ospedale, dove è stato operato per un ematoma dovuto alla rottura di un testicolo. Mi viene male solo a pensarci.
A questo punto, però, direi che può ritenersi fortunato: pensate se avesse suonato per i Naituiss o i Within Temptation, o qualche altra band che invece dei coriandoli spara le vampate di fuoco o i pirotecnici sul palco. Credo che sarebbe stato il tegame di uova fritte più traumatizzante della storia umana!

domenica 30 novembre 2014

Amy Lee: l’inedita Find A Way e l'intervista con Sixx Sense

Partiamo dalle cose interessanti: PBS (Public Service Broadcast) ha messo su YouTube una performance live di un inedito di Pescy e Dave Eggar, intitolato Find A Way. Peccato che non sia finito su Aftermath, perché con la giusta dose di autotune avrebbe aggiunto quattro minuti davvero godibili a un album troppo corto e poco sostanzioso.


Per il resto, dall’intervista che ha fatto con Sixx Sense sappiamo che Pescy si sta godendo il frugoletto, lo guarda crescere giorno dopo giorno, che meraviglia le prime ore di vita e le solite cose da neomamma. A parte i momenti creepy in cui lo definisce come la sua migliore creazione artistica: qualcosa mi dice che la ribellione adolescenziale sarà particolarmente problematica al Mercato Rionale del Pesce.
Parlando di cose serie, ci racconta che il processo di creazione di Aftermath è stato particolarmente soddisfacente perché, a differenza delle colonne sonore dei film mainstream, in cui tutti sono paranoici per via dei leak, lei e Dave Eggar hanno potuto guardarselo comodamente nello studio di registrazione suonacchiando ciò che le varie scene e personaggi ispiravano loro. E poi ha potuto mettere un po’ tutto ciò che voleva nell’album perché stavolta è una strong independent woman con pieno controllo del progetto (beccati questo, label).
Scendendo nello specifico, ci parla di una canzone che presumo essere Can’t Stop What’s Coming, in cui dice di aver adottato la tecnica di Dave Eggar di suonare varie melodie col violoncello e poi sovrapporle tutte assieme: lei ha fatto la stessa cosa con le vocals, registrando senza preoccuparsi delle tracce vocali fatte in precedenza, tagliando quello che non ci azzeccava e poi facendo un bel mash up stratificato. Di Lockdown ci dice che è stata l’ultima canzone scritta per il progetto: è stata richiesta dal regista e rappresenta l’esplosione emotiva della protagonista del film, che nella scena è molto controllata ma dentro di sé vorrebbe gridare. Di Push The Button ci dice che è nata sotto forma di colonna sonora per il clip promozionale del film, cercando di creare un senso di disconnessione fra la protagonista e il mondo intorno a lei: da qui, una canzone che avesse un che di pop e sexy e contrastasse con le tematiche drammatiche del film. O almeno questo è ciò che ho capito.
Qui l’intervista completa con Sixx Sense:



Quanto al futuro, invece, siamo alle solite: gli Evanescence sono in uno stato indefinito, lei non sa bene cosa vuole fare, ha materiale scritto fra il 2007 e il 2011 che non è Evanescence ma di cui non sa bene cosa fare, e intanto che si decide il pupo avrà tutto il tempo di iniziare e finire le superiori. Cattiva, Pescy, non si fa così.

sabato 29 novembre 2014

Alissa White-Gluz: “È assurdo parlare di female-fronted metal”

Ogni volta che leggo la frase “Alissa White-Gluz ha detto che” da qualche parte sul web, ho sempre un momento di panico durante il quale cerco di ricordare se ho già lavato la padella su cui ho impanato la fettina per cena in modo da cancellare le prove del mio misfatto. Fortunatamente, stavolta, invece che preoccuparsi di cosa teniamo in frigo l’Animalissa si è invece scagliata sulla definizione di “female-fronted metal”, secondo lei (e l’intervistatore di Cryptic Rock) assurda.

Sono d’accordo, è assurdo chiamare un genere musicale “female-fronted metal”, perché se prendi gli Otep, o gli Epica, o gli Arch Enemy, non ci somigliamo affatto. O i Lacuna Coil, o gli Huntress, o qualsiasi altra band che vuoi metterci. Sono diversi tipi di metal. Solo perché il sesso della vocalist è lo stesso, in realtà non dice nulla sul sound della band.
Ma sì, penso che sia una benedizione e una maledizione, in un certo senso, perché ci sono fan che, appena vedono una donna in una band, la sostengono automaticamente e sono felici di farlo. Ed è figo, se è ciò che piace loro. Penso che sia strano, perché a volte forse queste band non sono brave come altre che hanno un cantante maschio e per questo non ricevono altrettanta attenzione. Ma detto questo, c’è anche l’altro lato della medaglia, ovvero che alcune persone non riescono proprio ad accettare una band se c’è dentro una donna. Quindi c’è del positivo e del negativo nell’essere una ragazza nel club per soli ragazzi. Ma non ci faccio più caso, ad essere onesta, perché sono nel giro già da un bel po’. Probabilmente agli inizi, quando non avevo ancora messo su un mio personaggio pubblico, ho affrontato più spesso l’atteggiamento da “roba stramba”, con gente che fa tipo “Ehi, sei gnocca” o roba simile. Ma ora nessuno me lo dice più.
In realtà, per una volta l’Animalissa mi trova d’accordo: anche io fatico a comprendere la gente che è pronta e felice di passarsi qualsiasi porcheria si trovi in giro purché ci sia una fanciulla in costume da Halloween al microfono. Ma qualcosa mi dice che, con queste dichiarazioni, l’Animalissa si sarà inimicata gli organizzatori del MFVF e l’intero circolo delle ex-Eve’s Apple, che hanno fatto del gherl pauah un vero e proprio punto di sorellanza.
Beh, tutte tranne Coschotte. Ora vado a nascondere le mie scarpe in vera pelle prima che facciano un raid nel mio armadio per bruciarle!

mercoledì 19 novembre 2014

The Gathering: best of imminente e live album in futuro

Se qualcuno ricorda, i The Gathering ci avevano promesso un best of al banco del merchandising del loro concerto speciale di Nijmegen (riguardo al quale dovrei scrivere qualcosa, sì, lo so, ma c’è veramente un sacco da dire e ho anche una vita fuori dal blog, scusate). Beh, niente di nuovo nel baretto del Doornroosje (a parte una zuppa di zucca che levati), ma la band ha annunciato che, fra un paio di settimane, sarà disponibile nei negozi e nel loro webstore TG25: Diving Into The Unknown, un triplo disco che ripercorre tutta la loro carriera con anche qualche chicca sfiziosa, ovvero gli audio di alcune canzoni del dvd di A Sound Relief. Ci saranno due edizioni, regular e deluxe, le cui copertine sono quelle di sotto (solo, non si sa quale sarà quale).

Ma notizia ancora più interessante, la band ha dichiarato in un commento che il live album dal megaconcerto ci sarà: non nel futuro prossimo, non entro quest’anno, ma ci sarà.
Avete promesso. Vi verremo a cercare.
Questa è la parte in cui anche io dovrei promettere di scrivere qualcosa sul concerto, ma non riesco mai a mantenere nulla e sono consapevole che all’Inferno c’è un girone apposito per quelli come me. Sorry. 

Lacuna Coil: il nuovo batterista renderà il sound più pesante

Non ci sono più le mezze stagioni, le pizze ora le fanno tutte dal kebabbaro, non avremo più le comete sul presepe e i Lacuna Coil hanno cambiato batterista. Quattro granitiche certezze con cui siamo cresciuti sbriciolate così, con uno schiocco di dita.
Checché si dica di cHristina SenzaFottutaAcca e compagni, la costanza della loro line up per un decennio e mezzo è stata davvero ammirevole. Il fatto che non avrebbero mai cambiato membri era una di quelle cose che ti dava un senso di sicurezza: sapevi che il giorno dopo, al tuo risveglio, avresti trovato il mondo sempre più o meno uguale a quando eri andato a dormire; ora, invece, possiamo aspettarci un’invasione di zombie a cavallo di t-rex dalla sera alla mattina.

Ad ogni modo, in un’intervista con TheMetalheadz riportata da BlabberMouth, Andrea TocchiamoFerro affronta la questione, non prima di aver sottilmente implicato che, con il web che pullula di gente su YouTube, la Century Media sta mettendo loro il pepe nel sedere per pubblicare ogni due anni anche a costo di strozzare l’ispirazione – dall’Olanda si sente provenire chiaro e forte un “You Learn About It”.
Quanto al nuovo batterista, Ryan Blake Folden, TocchiamoFerro ci dice che è particolarmente bravo con la doppia grancassa e ciò porterà al sound dei Lacuna Coil quella pesantezza che prima non potevano permettersi perché al vecchio batterista pesava il sedere. Chissà perché, quando c’è un cambio di line up si viene sempre a scoprire che si era scontenti da anni degli ex-membri, ma non si è mai fatto nulla a riguardo. Vabbè.
Comunque, l’importante è che i Lacuna Coil sembrino aver capito la lezione e che i tempi di Sciallo Laif siano rimasti definitivamente alle spalle. Staremo a vedere.

lunedì 17 novembre 2014

Nightwish Hype Machine: lo scarno episodio 7

Notizia sensazionale: la Pavimenta è incredibile. Non si stancheranno mai di dirlo, lì dalle parti dei Naituiss, ma stavolta almeno ci chiariscono perché: ha completato due canzoni al giorno durante le registrazioni del nuovo album. Ok, point taken.


L’unica parte rilevante di questa puntata della Naituiss Hype Machine è sapere che la Tuomassa ha costretto la Pavimenta a cantare invece che urlare come una forsennata. Il resto è una collezione di lodi  preconfezionate e già ci fanno sapere che questo sarà L’Album Del 2015 nonostante sia ancora novembre del 2014. Perché? Perché è dei Naituiss, ovviamente, non c’è nemmeno bisogno di ascoltare gli altri per decidere.

Nel prossimo episodio, coro e orchestra. Non vedete l’ora, vero?

Beyond, il nuovo video dei The Birthday Massacre

Il filtro blu? C’è.
La processione funebre nel bosco? C’è.
La bara? C’è.
I costumi da freak? Ci sono.
I cappelli a cilindro? Pure.
Le rose? Ovviamente.
Chibimbaminkia con trucco da panda e rossetto scuro? C’è.
Le maschere creepy? Ci sono.
Vanghe e picconi per scavare la fossa? Voilà.


Pura avanguardia nel nuovo video dei The Birthday Massacre, Beyond, tratto dal nuovo album Superstition. Che è uscito qualche giorno fa, ma non l’ho ancora sentito perché, onestamente, iamamiwhoami e i Röyksopp hanno un po’ la priorità, per me. Specie perché la canzone sembra una delle outtake più loffie di uno qualsiasi dei loro album precedenti.

mercoledì 12 novembre 2014

I Nemesea, il mistero di Wikipedia e il “secret project”

Che fine hanno fatto i Nemesea?
Per chi non se li ricordasse, sono la band di Manda Ophuis, partiti come tipica formazione sympho-goth-quellarobalì metal all’olandese, e finiti poi a fare un po’ da apripista all’ibridazione pop-metal che va tanto in voga di questi tempi. Dal 2011, anno di pubblicazione di The Quiet Resistance, ad oggi li abbiamo visti variamente impegnati nel social (network) in giveaway, riedizioni del loro album live, altri giveaway, e chi più ne ha più ne metta, con notizie di un nuovo album in cantiere fin dal 2012 ma nulla di concreto.
Ebbene, l’articolo su di loro di Wikipedia italiana, fonte notoriamente affidabile, si conclude con una frase misteriosa: Attualmente stanno lavorando al quarto album, la cui uscita è prevista entro fine 2014. Beh, è la fine del 2014 e ancora non ci sono date, né singoli, né particolari segni di vita da parte della band. Del resto, quella vera, di Wikipedia (la controparte inglese), non dice nulla a riguardo.

Comunque, a differenza della Lorianna, Manda non sta a pettinare le bambole. Pare infatti che sia coinvolta in un “progetto segreto” che nei post facebook tagga un sacco di cantanti e musicisti della scena metal olandese, da Mark Jansen e la Simoncina degli Epica, alla Van Giersbergen Wannabe dei Vision of Atlantis degli Xandria, a George Oosthoek (il BFF di Sharona Milfona), fino alla Pavimenta e a Joost Van Der Gnoekk.
Vi prego, ditemi che non si tratta dell’ennesima metal opera, metal musical o che so io… Non era più originale nemmeno dieci anni fa, figurarsi ora…

Laurie Ann Haus torna dal mondo dei morti e lavora ai Todesbonden

Lorianna, Lorianna… che esasperazione che sei.
Riassunto delle puntate precedenti: la Laurie Ann Haus (Lorianna Casa per gli amici di Epilla) è stata la vocalist degli Autumn Tears, prima di dedicarsi al suo progetto metal a tinte folk e neoclasicheggianti chiamato Todesbonden, la cui discografia dal 2004 ad oggi consta di ben un ep (Stormbringer) e un album (Sleep Now, Quiet Forest). Per carità, ottima musica che si sposa perfettamente con la fantastica voce della Lorianna, ma Cristo, ho visto Pescivendole più attive e produttive.
A sua discolpa, la Lorianna non è stata del tutto ferma; è solo una di quelle musiciste che tiene le mani in pasta in qualsiasi cosa dalle pubblicità degli assorbenti in tv al Duo Marimba che suona la Mazurca di Periferia alle feste di quartiere. Ok, nel suo caso si tratta di faccende un po’ più dignitose: session vocals per la qualunque, e davvero un sacco di colonne sonore di documentari, film e videogiochi. Ma ciò non toglie che, a tempo perso, avrebbe anche potuto calcolare di striscio la band.

Comunque, finalmente oggi ci ha postato notizie su Facebook, nella fattispecie:
È il momento. Momento di sistemarmi. Aprire lo studio vocale e registrare le vocals per i Todesbonden. Oggi è il giorno in cui sfoltisco le cose per le prossime settimane finché questa demo non sarà finita.
Ho messo via il lavoro a maglia. Via la creta. Via l’arte. Deve succedere ora. È ottima musica ed è stata ritardata troppo a lungo, merita di essere ascoltata e avrà la priorità sopra il mio album solista, che ho intenzione di fare subito dopo.
E grazie tante per averci pensato, Lorianna, davvero. Anche se mi è esplosa una coronaria quando ho letto che dopo sei anni devi ancora fare la preproduzione. Ma ti pare?!
Datemi la forza.

venerdì 7 novembre 2014

Lezioni di canto con Chiara Malvestiti

A questo punto vi chiederete, se perfino Meri si improvvisa maestra di canto, cosa ferma Sua Maestade Chiara Dendrofila da fare altrettanto? Del resto c’è crisi ma, in otto stagioni, le Sorelle Halliwell ci hanno detto e ripetuto che non si possono usare le macumbe da Wiccan Scoppiati per arrivare a fine mese, perché il profitto personale porta conseguenze. Di sicuro, invece, la Dea non si sveglierà per mandarci terremoti random solo per qualche lezione di canto.
Trova la parola “soprano” nella locandina.
Il corso, che si terrà a Pesaro (e voglio dire, chi non abita a Pesaro o può arrivarci in treno comodamente?), a detta di Facebook si concentrerà sull’obiettivo di applicare la tecnica del canto Classico (rigorosamente con la C maiuscola, che qui facciamo Post-Opera, mica pettiniamo le bambole) in contesto rock e metal sinfonico – una cosa già di per sé groundbreaking – sia in ambito live che in studio di registrazione. In sostanza, Modir ci insegnerà l’importanza di appesantire le canzoni infilando il vibrato anche nelle backing vocals. Certo, rispetto a Meri, che come obiettivo ha di insegnare a cantare con ogni orifizio tutto il corpo, Modir sembra avere almeno un po’ più cognizione di causa.
E ora scusatemi, devo chiedere al mio Angelo Bianco se la Grande Madre lascerà che mi orbiti alle lezioni e indietro senza avere crisi di nervi.

Covered By Roses live, video promo dal nuovo dvd dei Within Temptation

Lo ammetto: che Sharona Milfona e truppa abbiano sprecato Covered By Roses su un video live di promozione per il dvd mi fa incavolare non poco, visto che avrebbe potuto essere Il Singolo Supremo di Hydra, ma tant’è, accontentiamoci.


Come prevedibile, il video in sé è un montaggio di varie inquadrature che riconosco dal concerto di Elements, e altre ovviamente dallo Hydra Tour. Insomma, niente di particolarmente eclatan— no, aspetta, a 1:06 I felt my undies explode to particles. Oh, Stefan…

mercoledì 5 novembre 2014

Long Night, la nuova band di Tommy Olsson e Østen Bergøy

A quanto pare, due ex membri di due delle più grandi band norvegesi degli ultimi decenni si incontrano di nuovo. Østen Bergøy, ex-clean vocals maschili dei Tristania, e Tommy Olsson, il principale artefice di Aégis dei Theatre of Tragedy, si sono riuniti dopo una buona ventina d’anni dai tempi della loro vecchia band, The Morendoes, per proporre un nuovo progetto chiamato Long Night.


Onestamente? Sono un po’ gli Elusive 2.0 e Tommy Olsson minaccia di oltrepassare il confine oltre il quale uno stile caratteristico diventa autoplagio, ma sentire nuovamente Østen è sempre un piacere. E per lo meno suona più genuino del tentativo di aégizzarsi della Prozia Livia. Vediamo se il futuro ci riserverà qualcosa di più vario.

Victims Of Contigency, il nuovo video degli Epica

Mentre qui si era intenti ad allenarsi per i Sudamericani del concerto dei The Gathering facendo a gomitate per spostarsi nei vicoli di Lucca, la Simoncina & compagni hanno pubblicato il primo video ufficiale (escluso il lyric video) per The Quantum Enigma. Victims Of Contigency, una scelta forse un po’ bizzarra, considerando che l’album ha da offrire canzoni molto più catchy e interessanti.


Lo ammetto: il concpt non l’ho capito. O meglio, all’incirca, ci azzecca con il testo e tutto, ma devo ancora inquadrare appieno la creepiness aggiuntiva. Però una cosa è certa: la fotografia e la postproduzione spaccano, è il primo video degli Epica davvero bello da guardare.

The Gathering: notizie e rumors da Nijmegen

Nemmeno tornato dal Lucca Comics che già ho un piede fuori dalla porta, pronto per il week end nei Paesi Bassi per il venticinquesimo anniversario dei The Gathering, e onestamente non sto più nelle mutande.
Dal magico mondo di Facebook iniziano ad arrivare un po’ di notizie più precise riguardo alla doppietta di show, che si preannuncia come la più epica del decennio, assieme ad altre non necessariamente legate, ma che mettono una certa pulce nell’orecchio.

Partiamo dalle buone notizie: Niels Duffhuës, il Nefasto, non vuole saperne di salire sul palco con la band. Per chi si stesse chiedendo chi sia e cosa ci azzecchi con i The Gathering, assieme a Martine Van Loon è il motivo per cui Almost A Dance è l’unico album quasi inascoltabile della discografia dei The Gathering. Onestamente pensavo non lo invitassero proprio, ma per fortuna ha avuto la decenza di capire che era una chiamata fatta per pura formalità e cortesia e non era il caso di accettare e perforare i timpani (e le palle) del pubblico.
Il pubblico alla notizia della defezione di Niels.
La notizia che è mezza buona e mezza cattiva è che la band non registrerà un DVD, ma registrerà l’audio. Sto pregando i Sette Dei, il Signore della Luce, il Dio Abissale, gli Antichi Dei, il Dio dai Mille Volti, il Capro Nero e il Grande Stallone che Monta il Mondo tutti assieme perché ci esca almeno un live album, possibilmente senza tagli.
“Sacrifichiamo un po’ di sgallettate del MFVF a R’hllor per assicurarci l’album.”
Infine, la non-notizia: sul suo Facebook, Marselìna Pan y Vina ci informa che al concerto degli Stream of Passion a Oss, questo sabato, darà via un biglietto per il concerto del pomeriggio dei The Gathering. Ma ci promette che ci vedremo sabato E ANCHE domenica. Qui i casi sono due: o qualche amico si è tirato indietro all’ultimo momento… oppure è lei che non ha più bisogno del biglietto per andare al concerto. Perché? La fanno entrare aggratis, fortunata lei? Oppure ci sarà ma non nel pubblico? Duetto? Pale Traces? Chi lo sa. Mancano quattro giorni e non dormirò la notte, divorato dalla curiosità.

Detto questo, torno a rafforzare la mia armatura per sopportare la ressa di Sudamericani assatanati che tenterà di conquistare la prima fila. Col cavolo che la lascio a loro.

lunedì 27 ottobre 2014

Sirenia in studio e Ailyn vuota il sacco

I Sirenia ci annunciano su Facebook che è in preparazione un nuovo album, che dovrebbe vedere la luce nel 2015. La notizia ce l’aveva già data anche Cavallyn durante un’intervista al MFVF, assieme a qualche altra chicca.


Ad esempio, abbiamo scoperto che non sa camminare sui tacchi a spillo, ma in compenso parte del merito per il fatto che Perils Of The Deep Bule sia venuto meglio dei predecessori è proprio suo: The 13th Floor era stato scritto prima del suo arrivo, The Enigma Of Life ha raccolto gli avanzi (ma dai? non l’avremmo mai detto), e poi è stata lei a prendere Morten per i capelli e dirgli: “Amo’, deciditi. Vedi di fare qualcosa di decente”. Alla faccia di chi la incolpava della deriva pop (fatto male) dei Sirenia.
Ora non resta che sperare che Morten non la cacci come tutte quelle prima di lei per aver svelato al pubblico il suo piccolo, sporco segreto. Ma magari salverà la situazione preparandogli una tortilla di patate come ci spiega nel video.


domenica 26 ottobre 2014

Nightwish Hype Machine: Floor Jansen impara il finlandese


Interessantissimo, imperdibile episodio del video diary dei Naituiss in cui la Pavimenta discute degli stereotipi culturali finlandesi, stalkerizza una ragazza per strada con la videocamera, si riempie il carrello di birra e poi parla ancora di stereotipi culturali. La parte migliore? I venti secondi all’inizio, con James Franco che guida in completo nella pubblicità del profumo di Gucci che YouTube ha fatto la cortesia di infilare prima della puntata. Se non siete altrettanto fortunati, eccola qui sotto: poi potete anche bypassare il video di sopra.

Preview di Superstition, il nuovo album dei The Birthday Massacre


Qui i casi sono due: o tutte e dieci le nuove canzoni dei The Birthday Massacre hanno trenta secondi di nostalgia che sono finiti in questo teaser, oppure Chibimbaminkia & co non hanno ancora capito che non è più il caso di fare gli adolescenti a trent’anni suonati.
Mmh… ad occhio e croce è la seconda.
Io non capisco. Già nel 2012 Hide & Seek mi ha deluso perché è praticamente uguale a tutto ciò che hanno fatto prima; ora tirano fuori un album praticamente identico a quello? Loro saranno anche rimasti fermi all’adolescenza, ma non possono ignorare così che il loro pubblico invece matura…
In ogni caso, l’11 novembre sapremo la verità.

Pythia: nuovo album in arrivo l’8 dicembre

Per chi non li conoscesse, sono gli imbucati che mi hanno fatto passare una brutta mezz’ora prima dell’arrivo dei Theatre of Tragedy sul palco a Londra nel 2010. Capitanati da Emily Alice Ovenden delle Mediæval Bæbes (che non capisco che ce la tengano a fare), sono la canonica band power-sympho-cosplay metal che si prende troppo sul serio per come si concia, e che ricordo solo quando mi capitano sotto gli occhi sfogliando le band poracce su last.fm, e unicamente perché sono stati la mia peggior esperienza live di sempre (e ho all’attivo due live degli Ambeta Down come spalla degli Epica). Giuro, ad una certa la Emily Alice ha blaterato qualcosa su “find her goblet” e si è allontanata verso il retro del palco per recuperare un calice di ceramica che ha poi esibito al pubblico. L’avesse almeno aiutata a cantare nella stessa tonalità del resto dei musicisti; e invece neanche quello.
Seriamente, armature e corna di cervo?
Fatto sta che questo dicembre sono pronti a sciorinarci Shadows Of A Broken Past, l’ennesimo calderone di magia, cavalieri, amori infelici e cliché epici che ha smesso di andare di moda già da anni. Dai, con titoli come The King’s Ruin e Sword Of Destiny cosa ci si può aspettare? E ce lo conferma anche The Key, la canzone che hanno lanciato come promo per l’album. Chi riesce ad ascoltarla per intero vince un biscotto. E pensate che io me ne sono sorbito mezz’ora per non perdere la prima fila. Solo per amore dei Theatre of Tragedy, una follia simile.

giovedì 23 ottobre 2014

Il Metal Female Voice Fest lookbook: tutti i fashion crime delle nostre primedonne

Sapete che vi dico? Troppa musica, da queste parti. Era ora che su Epilla ci occupassimo di qualcosa di più gossiparo, così ecco il lookbook con tutte le atrocità dell’European Horror Story: Freak Show. Fra animalier, tendoni da circo, sacchi per l’indifferenziata e pacchianate varie, c’è solo da pregare che Enzo Miccio e Carla Gozzi non aprano mai questo blog, se no è la volta buona che infartuano.
Le foto sono spudoratamente rubate da Tim Tronckoe: passate da lui e ricopritelo di like, ché al di là dei soggetti, le foto in sé meritano.
Stilare una classifica dall’outfit meno atroce a quello più osceno è pressoché impossibile, così andrò in ordine più o meno randomico.

Partiamo con la prima illustre sconosciuta, Kassandra Novell. Per il karaoke party del primo giorno si mantiene relativamente sobria, fra maglietta nera con scollo di pizzo, leggings in pelle (o simili-pelle, se no chi la sente poi la Alissa White-Gluz?) con minigonna e stivaloni. Senza quel corsetto a ghirigori disegnati con l’Uni Poska metallizzato sarebbe anche stata decente. 
Il terzo giorno è resuscitata come corista degli Aria Flame (who?) ma è tristemente rimasta impigliata in una rete da pesca. Che sia un tributo a Pescy? Beh, non sarà l’unico che vedremo, nel corso del post.

A tenere alti i colori dell’Italia, tale Sara Squadrani di tali Ancient Bards. Nulla di eccezionalmente orribile, né trascendentale: un normale outfit da serata al discopub. Almeno apprezziamo che qualcuna sia andata vestita normale e non conciata da adolescente alla scoperta della darkroom del Decadence.

Anche Grace Méridan, altra illustre sconosciuta che ha fatto da corista agli Aria Flame, ha optato per un look tutto sommato sobrio: tubino bianco (che può permettersi) e polsino in tinta. Senza quell’inserto catarifrangente sarebbe stata promossa, ma ehi, è pur sempre il Cirque du Baracconeil.

Restando sugli Aria Flame, Aziza A. Poggi (la cantante titolare, credo) ha puntato sul pacchiano pesante mescolando tulle, righe, nappe delle tende, fishnet, pizzo e piume arancioni. Se l’idea era travestirsi da enciclopedia dei cliché gotici, complimenti, le è riuscita benissimo!

E che dire di Sabrina Cruz, ennesima corista degli Aria Flame, e dei brandelli di raso rosa che spuntano dagli spacchi di quel sacco nero in ecopelle? Basta guardare le espressioni sue e di Aziza: è il disgusto per i reciproci outfit.

Dal Giappone con furore, ANZA (TUTTO CAPS LOCK) degli HEAD PHONES PRESIDENT (ANCHE LORO TUTTO CAPS LOCK) ha puntato sulla nostalgia e si è travestita da Pescivendola prima maniera con strati multipli di tulle e una cintura quattro taglie più grande stretta a più non posso. Ed è subito 2003!

L’operazione throwback continua con Carla Van Huizen dei La-ventura, che lascia l’epoca di Fallen alla giappa e punta su un ritorno a The Open Door. Su, Pescy, ora che sei una cantante indie diciamoglielo insieme: DÉ-MO-DÉ!

Sempre in tema, démodé, Dianne van Giersbergen dei Vision of Atlantis Xandria (porca miseria, li confondo sempre) ha optato per finto corsetto e gonna lunga in pieno stile Anni Duemila. D’accordo che il nero non passa mai di moda, ma a tutto c’è un limite…

Poi c’è Saeko Kitamaesentita, che ha finalmente un volto. Si è esibita il primo giorno assieme alle United BFF e, visto il palco affollato, ha lasciato la katana dalle sue colleghe a Old Town di Sin City. Peccato che si sia dimenticata di cambiarsi prima di salire.

Con Miriam “Sphinx” Renvåg dei Viper Solfa, i casi sono due: o si sono dimenticati di dirle che la manifestazione si chiamava Metal Female Voice Fest, oppure è scesa di corsa dal carrarmato e anche lei non ha avuto tempo di cambiarsi. Nel secondo caso, occhio, Francia: è già in Belgio, la Linea Maginot è bella che aggirata.

Karolina Pacchian degli Skeptical Minds ha dato subito spettacolo alla serata karaoke con un cosplay da principessa degli elfi con tanto di coroncina. Dieci e lode per la pretenziosità, ma Sharona Milfona l’ha capito da anni che non è più il caso di girare travestita da meringa.
Il secondo giorno, con la sua band, ha deciso di vestirsi da figlia del fabbro in gita notturna sulla Salaria. Se almeno il top fosse stato della misura giusta evitando di farle i rotolini… oh well.

Maxi-Fronte Nil dà subito il peggio di sé il primo giorno con le amiche di merenda. Avrà anche rinunciato al bindi, ma fra quel corsetto rosa leopardato con inserti in PVC e il cardigan cascante da barbona non ci siamo proprio. E seriamente, una frangetta non guasterebbe.
Il secondo giorno con i Jaded Star (ora canta lì) ha optato per fare pendant con la Karolina e fare l’espositore del ferramenta di suo padre: corsetto decorato con la sparachiodi, catenacci a più non posso, collare cervicale e tappezzeria in similpelle. Il coprispalle, poi, è un capolavoro.

Paladina di classe e femminilità come al solito, Meri TheMurtaccisua si è esibita al Karaoke United in tenuta da motociclista: canotta smanicata per lasciare i tatuaggi in bella vista, gilet in pelle, cinturone sopra la maglia e, ovviamente, urla sguaiate.
Ma… sorpresa sorpresa! Il secondo giorno si è presentata vestita decentemente, con una camicetta nera con maniche a palloncino addirittura carina, capelli semiraccolti e pantaloni neri. Secondo me, Maxi-Fronte Nil l’ha minacciata: o ti vesti come si deve, o la corista dei Jaded Star non la fai manco morta.

Restando in tema maschietti (diciamocelo, Meri lo introduce bene!), abbiamo… ahem… questo tizio dei Diabulus In Musica (non sono riuscito a capire chi sia) che, dopo essersi rotolato nel fango, ha deciso di avvolgersi in una rete per la raccolta delle olive. Sto cercando di capire se questo costume voglia avere valore come rievocazione storica o cosa, ma il senso mi sfugge proprio.

In perfetto stile Rossella O’Hara, invece delle tende Heidi Poveraccien ha riciclato il tendone di Black Circus degli Ambeta Dawn e ne ha ricavato il vestito simil-vittoriano a righe più brutto della storia. Il finto tatuaggio col simbolo degli Illuinati/logo di Dark Sarah sul palmo della mano è un ulteriore tocco di classe.

Abbiamo anche un’altra italiana in concorso, Lisy Stefanoni degli Evenoire. E tutto italiano è anche il suo costume: la Zingara Cloris! Ma cosa ci diranno le carte? Avrà più successo se lo porterà al Cartoomics l’anno prossimo? La risposta è una soltanto: la Luna Nera! AH AH AH, za-za-zan zan!

Yay per la Baleana, che la sera delle Dilettanti allo Sbaraglio ha deciso di coprirsi con un sacco nero dell’indifferenziata. Che ha ornato con dei maniconi in pizzo per non farci mancare nulla. Quando capirà che il raso potrebbe anche evitarlo perché a) fa tanto costume di carnevale e b) si spiegazza che è una meraviglia in valigia, sarà troppo tardi.
Il giorno dopo con gli Enemy of Reality, invece, ha deciso di entrare in full baraccon mode e non risparmiarsi nulla: bottoni, borchiette, nappe delle tende, catene… Poi però penso a chi le ha confezionato quel vestito e tutto acquista un senso: ovvio che si sia lasciato prendere la mano, dove altro la trova una simile quantità di stoffa in un un unico vestito da decorare a piacimento?

Zuberoa Aznárez dei Diabulus in Musica ha sfoggiato ben tre outfit nel corso del festival. Qui la vediamo in veste di corista dei Leaves’ Eyes con addosso un vestitino nero che è quasi carino. Ma…
…già come corista di Dark Sarah le vediamo addosso una palandrana metà velluto e metà ecopelle con tanto di pieghe da bagaglio che avrebbe potuto benissimo evitarsi.
Per l’esibizione con la sua band aveva probabilmente finito i fondi e così si è ricavata un vestito rattoppando assieme pezzi di tappezzeria che avrà ricavato dalle tende e dal divano in pelle. E che, oltretutto, non la coprono nemmeno.

Cavallyn, Cavallyn, che cosa mi combyn? La prima sera, con le Poracce Unite, si è infilata in un corsetto piumato di rara bruttezza che la fa sembrare un Tortellyn.
Si è ripresa alla grande, però, la sera dopo con i Sirenia (e anche come corista della Prozia Livia). Non so, è un corsetto con gonna in similpelle e fishnet sulle braccia, ma lei riesce a portarli con dignità perfino nel 2014. Evidentemente, per non sembrare un baraccone ci vuole classe.

Altro classico della moda goth addosso a WTHeike: corsetto nero con bordo in pizzo, coprispalle semitrasparente, gonna lunga, collare con pendaglione. Poteva essere una baracconata, invece anche lei indossa il tutto con una classe invidiabile. Lei e Cavallyn devono avere qualche segreto, ma c’è anche da dire che nessuna delle due ha strafatto con più strati del dovuto.

Niente da fare, invece, per la nostra Marselìta, che sfoggia un look da pornosegretaria fetish. L’idea del simil-tailleur non era male, ma tutto in ecopelle? Sul serio?

E dopo il fetish, diamo un tocco lesbo con Masha “Scream” degli Arkona. Non è nemmeno una butch, è proprio vestita da uomo. Mi sa che sua la lettera sul festival di metal al femminile si è persa con quella di Miriam Renvåg. Del resto, la posta non te la recapitano sul camion…

Dopo una certa età, si sa, cambiare non è mai facile. Lo sa bene Sabina Classen (ma quale?) dei With Holy Moses: da brava metallara vecchio stile \m/ probabilmente quello che ha addosso è ancora il gilettino con le toppe incollate che usava al liceo tanti, tanti anni fa. Fortuna che la Kassandra Novell ha previsto la cosa e le ha almeno prestato la rete per le braccia…

Chi invece gli anni li porta splendidamente è Kari la Piromaniaca. Leggings neri, vestito in pizzo coprente, stivali, tutto sobrio e minimale: ecco come una cantante di quarant’anni si esibisce dignitosamente sul palco. E stavolta non ha nemmeno avuto bisogno di minacciarmi.

Anche Mamma Anneke non si vergogna di fare la cantante seria con prole alle spalle: per lei, un vestito nero ancora più essenziale, per una classe e sobrietà davvero invidiabili.
E anche quando decide di darsi un tocco più sparkly e da rock star, non esagera e punta su una maglietta blu polvere semplice anche se con le paillette. Così, per dimostrare a quelle altre sgalettate come ci si presenta, sul palco.

E poi c’è lei, la Prozia Livia. In tour con The Sirens da quanto? – e ancora non ha imparato nulla da Anneke e Kari. Fra Potere del Trio e Leaves’ Eyes, sul palco del MFVF ha sfoggiato ben quattro outfit, uno più brutto e/o inappropriato dell’altro. A partire dalla camicetta cinese tarocca di cui sopra.
Sempre per fare bella figura accanto ai vestiti sobri della Piromaniaca e dell’Annarella, eccola portare in tour il vestito leopardato tono su tono che ha sfoggiato nel video di Love Decay. Se non altro, il corpetto è allacciato del tutto, così non avrà avuto fiato e avrà lasciato la performance vocale alle altre due.
Doppio outfit anche per l’esibizione con l’Allegra Famigliola. Ok, bisogna ammetterlo, è un enorme passo avanti rispetto alla vestaglia rossa, ma Prozia, seriamente: non hai più quindici anni. Ne hai quasi quaranta, ne dimostri il doppio e hai tre vasti mediali: forse è arrivato il momento di coprirti un po’.
E come se la coda di tulle di prima non fosse bastata, eccola in minigonna inguinale, stivaloni da tangenziale e coprispalle (o e una mantellina?) in pizzo e anche piume. Prozia, sul serio, basta fare la sexy: stanotte avrò gli incubi.

In tutto ciò, devo essermi perso il momento in cui siamo passati dal MFVF al Lucca Comics. Anche se non è una fanciulla, menzione d’onore ad Alex Troll, che è salito sul palco bardato di elmo e brandendo una spada, e pure prendendosi sul serio. Improvvisamente, le cosce scoperte della Prozia non mi sembrano nemmeno più così imbarazzanti…

Restiamo in tema Lucca, ché forse Sophia Aslanidou dei Season of Ghosts era in anticipo e ha deciso di portare il suo cosplay da stereotipo di adolescente daVk a Weeze e fare una capata sul palco. Sul serio, col suo vestito si può giocare al bingo: stivaloni talmente pesanti che cammina come un t-rex? Check. Guanti in ecopelle? Check. Cappellino di piume? Check. Altre piume sull’orlo dei guanti e sulle spalline? Pure! Corpetto in PVC tutto fibbie e cinghioni? Mica poteva mancare! Pseudogonna in PVC? Mai senza! E la sopravveste in tulle a ragnatele? Cristo, non si vedeva da metà Anni Duemila, e comunque, sul serio me la abbini con i collant leopardi? Doppia foto per lei perché tutta questa baracconaggine non si può ammirare da una sola angolazione.

Sempre in tema giappominkia, ecco -iori-, davvero made in Japan, dei Magistina Saga, che sono in tutto e per tutto la versione tarocca dei Versailles. Non a caso, la nostra è riuscita a infilarsi addosso una tale quantità di trine e merletti strato su strato che a momenti le gambe non la reggono nemmeno sostenute dagli stivaloni fetish privi di giuntura. Ad occhio e croce, è salita sul palco, ha visto le reazioni del pubblico, ha avuto un attimo di lucidità ed è stata immortalata mentre si pentiva amaramente di quell’outfit.

E così come il MFVF, chiudiamo anche noi con i Therion, che stravincono alla fiera della baracconaggine. Basta guardare Linnéa VikstromSandra Laureano, che sono in evidente imbarazzo per il fatto di trovarsi l’una accanto all’altra.
La prima evidentemente mantiene la Linnéa sgobbando in palestra, e come ha finito di allenarsi si è buttata addosso la prima giacca in pelle che ha trovato ed è corsa sul palco così com’era, tuta compresa.
E poi c’è la Sandra, che mi lascia davvero perplesso. Un po’ figlia transessuale e disconosciuta di Babbo Natale, un po’ maîtresse di un bordello molto economico durante la serata di Capodanno, probabilmente passata dalla prima alla seconda. Beh, se non altro pare avere fra i venti e i trenta, perché la lunghezza della gonna è la stessa della Prozia Livia. GROSS!

Ed eccoci qui, sopravvissuti a questa carrellata. Per l’edizione dell’anno prossimo propongo una maxi-retata della fashion police: una notte in gattabuia e magari qualcuna si ravvede. Delle altre non credo sentiremo la mancanza…