mercoledì 31 dicembre 2014

Nightwish Hype Machine: il gioco a chi ce l’ha più grosso

Ora, non sono un hipster, ma mi risultata che i vinili inizino a frusciare non appena si posa l’ago sul disco, e che la musica cominci quando, dopo qualche giro, si arriva alla traccia registrata. I Naituiss ci insegnano invece che il fruscio parte non appena il disco inizia a girare e la musica quando si posa l’ago. Probabilmente è un test: se riescono a farci credere questo, potranno darci a bere tutti i panegirici che sparano su Endless Forms Most Beautiful nel nono capitolo dello studio diary.


Stavolta parlasi di missaggio e mastering, e dove pensate che si vada a parare con tutto il discorso su “trent’anni fa bisognava fare tutto con 24 tracce, oggi la rock band media ne registra 60”? Ovviamente a un altissimo momento di celodurismo holopaneniano in cui veniamo a sapere che, a fronte di 250 tracce riproducibili da un computer, l’ultima canzone dell’album ne aveva circa 600, molte delle quali il tecnico ha dovuto unire al più presto per non far esplodere lo studio. Il messaggio è chiaro: i lavoro è mastodontico, quindi sarà sicuramente buono; l’importante sono le dimensioni, non l’uso che se ne fa. E che cosa dicono i fan dei Naituiss comunque vada? (semicit.)


Comunque, è interessante sapere che si parla di poche tracce strumentali per la band più una trentina di tracce vocali: tutto il resto sono effetti sonori, orchestra e coro; poi sono cattivo io quando dico che ormai ai Naituiss manca la sostanza e che fa tutto Pip Williams.
Altra cosa fondamentale è che dovremo comprarci tutti un impianto stereo professionale per poter apprezzare l’album nella sua complessità. Siamo avvisati: se sul computer fa schifo, è colpa delle casse, non della Tuomassa.
In conclusione, il narratore prevede già che il nuovo album sarà ascoltato da milioni di persone niente meno, ma veniamo a sapere che uno degli ingegneri lì non si prenderà nemmeno la sbatta. Infatti, non ha più ascoltato un intero album dei Naituiss missato e masterizzato dai tempi di Once (non specifica, quale, quindi presumo la versione 1.0). Come se si fosse perso qualcosa di diverso da allora…

lunedì 29 dicembre 2014

Anette Olzon si separa dalla earMUSIC

C’è crisi: anche Lagnette se n’è dovuta fare una ragione. Ha infatti deciso di lasciare la earMUSIC, la casa discografica che ha distribuito il suo album di debutto, per camminare da sola come la Tamarrja prima di lei. In un Q&A con i fan su Facebook, infatti, a una domanda su una possibile data di pubblicazione del seguito di Shine risponde:
Non saprei, perché ho deciso di separarmi dalla casa discografica e andare per conto mio. Quindi è da vedere quando e come pubblicherò qualcosa. Probabilmente pubblicherò quasi tutto solo su internet, su iTunes eccetera, visto che le vendite degli album vanno così male al giorno d’oggi.
Povera Nettie. Di sicuro non c’era da aspettarsi che le vendite andassero bene quanto gli album della Tamarrja, visto che lei non è un Grandissimo Soprano Finlandese, ma addirittura a questo punto? Beh, almeno io ho la coscienza pulita, l’album gliel’ho comprato (e l’ho anche trovato alla Fnac francese, mica in qualche negozietto sfigatissimo).
Quanto alla direzione musicale, ci risponde che:
Penso molto al mio prossimo progetto, ma non ho ancora iniziato a scrivere nuove canzoni oltre a quelle che ho già, quindi ancora non so come suonerà.
Quanto al diventare più copia Naituiss come la Tamarrja metal, Lagnette non ci sta proprio, dovesse anche morire di fame:
Provengo da un altro background musicale e quando scrivo musica non mi esce fuori metal. Certo, alcune canzoni possono essere più pesanti, ma il metal non è il mio stile musicale.
Comunque, potrebbe sempre fare come fanno molti musicisti al giorno d’oggi e darsi al crowdfunding. Ah, no, dimenticavo che è una delle persone più odiate dai metallini in quanto rimpiazzo della Grandissima Tamarrja. A proposito, ci dice:
Di sicuro non è stato divertente e sembra che qualsiasi cosa facessi, mi avrebbero odiato comunque. Ma non posso smettere di essere me stessa per questo, loro non conoscono me o chi sono e se mi giudicano per ciò che è successo prima è una loro scelta. Vorrei solo che tutto l’odio verso di me e, ovviamente, le altre cantanti potesse smettere, perché attaccarcisi non fa mai bene. Rende l’anima oscura e la vita negativa.
Su, sinceramente: in quanti avete distolto lo sguardo con aria da gnorri?
L’ultima chicca è una risposta alla domanda più stupida del mondo, ovvero se tornerebbe mai nei Naituiss.
No, non tornerei stando le cose com’erano subito prima che ci separassimo. Ma se le cose fossero com’erano nel 2007-2008, sì.
Lagnette, NO, non dirlo. Non pensarci nemmeno. L’unico modo in cui potresti tornare nei Naituiss sarebbe junctionata alla Pavimenta come riserva di energia per evitarle un altro esaurimento nervoso, per cui inizia subito a fuggire!

mercoledì 24 dicembre 2014

Gli (i?) Whyzdom preparano il terzo album

Qualcuno se li ricorda più, gli (o i?) Whyzdom? (Non ho mai capito che articolo usare con loro). Se la risposta è sì, di sicuro è per il magnifico debutto del 2010, From The Brink Of Infinity, e allora sappiate che nel 2012 è uscito il loro secondo album. Se la risposta è no, ci credo bene, perché il secondo album, Blind? del 2012, è stato un ottimo motivo per dimenticarli e ha spazzato via tutto ciò di buono che il predecessore aveva portato. Aggiungiamo l’avvicendamento di ben quattro cantanti – Telya Melan se n’è andata perché probabilmente aveva fiutato puzza di autoplagio, Clémentine Delauney è stata cacciata perché ha iniziato a fare featuring a destra e a manca mentre la band pettinava le bambole, Elvyne Lorient se n’è andata ad album già registrato, e ora c’è la nuova, Marie Rouyer – e praticamente abbiamo la versione symphonic e non gothic dei Sirenia: partiti bene, diventati trascurabili.

Comunque, i paladini dell’autoproclamato “Philharmonic Metal” (perché “symphonic” ormai è troppo inflazionato) non si arrendono e decidono di tornare in campo col terzo album. La scorsa settimana avevano promesso via Facebook notizie per questo mercoledì, e puntuali lo sono stati, riportando un comunicato ufficiale della casa discografica sulla loro pagina. Il nuovo album uscirà il 17 febbraio (giusto in tempo per cavalcare l’entusiasmo del singolo dei Naituiss) e il titolo sarà, rullo di tamburi…

Symphony For A Hopeless God

Dove tutti noi siamo Catelyn Stark.
Come dopo tutti i cambi di cantanti, le vocals non sono mai state più intense, belle, fighe, varie e quant’altro, bla bla bla, enfasi su mezzo-soprano per fare più musica operistica. Nero su bianco, veniamo anche a sapere che, visto che gli scorsi album si sono basati sull’orchestra sinfonica, sul coro lirico e sui riff metal, quest’album si baserà invece sull’orchestra sinfonica, sul coro lirico e sui riff metal, solo tutto più pompato e “cinematico” (fra un po’ inizierò a sviluppare gli anticorpi a questa parola).

Estremamente innovativo anche il concept: citando il post, il costante bisogno dell’umanità di affidarsi a una guida irrazionale nella loro vita, rinunciare alla libertà di pensiero, parola e azione in favore di ciò che chiamiamo “religione”. Massacri, genocidi, pulizie etniche sono state commesse troppo spesso in nome ella religione. Cosa ne penserebbe Dio se esistesse davvero?

Se ne fregherebbe altamente perché, essendo onnipotente, se volesse avrebbe ogni mezzo per cambiare le cose. Il fatto che non lo faccia significa che non gliene sbatte, e in ogni caso, non potrebbe essere hopeless. Ma tralasciando le disquisizioni teologiche con cui smontare il titolo, senza nulla togliere all’attualità dell’argomento… ha anche un po’ stufato. È uno degli evergreen del metal, del symphonic in particolare, sono state suonate e cantate talmente tante Embrace That Smothers a riguardo che ho perso il conto, e c’è davvero bisogno di scriverci sopra un intero nuovo album? E vabbè.

Riusciranno quindi gl… i… e che palle, les Whyzdom a risollevare una carriera partita brillantemente ma che si è arenata sotto il peso della sua stessa formula abusata? Un miglioramento lo possiamo già prevedere: qualunque sia la sua preparazione canora, Marie Rouyer non potrà fare una figura più barbina di Elvyne Lorient, che era di una monotonia e piattume agghiaccianti (anche perché le linee vocali lente e pigre non la valorizzavano affatto). Ma dato che le vocals erano solo uno dei troppi problemi di Blind?, e anche trascurabile se paragonato al songwriting ripetitivo e monotono, anche il futuro des Whyzdom appare abbastanza hopeless.

martedì 23 dicembre 2014

La #paxxissima vita di Laurie Ann Haus

Ecco, la Lorianna è una tipa che la gente si aspetta essere tutta Haus und Kierke heidnisch Altar, e invece, sorpresa!, ha una vita più movimentata di quella di tutti i follower di Epilla su Facebook messi assieme.
Fortunatamente, se ricordate, ha da poco comunicato di aver messo la testa a posto per concentrarsi unicamente sul nuovo album dei Todesbonden, visto che il precedente è del 2008. Se non che…

*musichetta dei Pokémon*


Appare side project selvatico. 

Giusto questo 12 dicembre, la Lorianna pubblica questo bellissimo artowrk è di Christian Schloe e ci annuncia di “aver manifestato” Serein, un progetto musicale che aveva in mente da anni, e che descrive come trascendente, meditativo, etereo, tranquillo, primevo, influenzato dalla natura e otherwordly.
Reazione collettiva dei fan dei Todesbonden.
Non solo: il 15 ottobre ci annuncia che anche il suo progetto musicale super segreto è quasi pronto e vedrà la luce col nuovo anno.
Le speranze dei fan dei Todesbonden.
A questo punto, credo di parlare a nome di tutti i fan dei Todesbonden quando chiedo: Lorianna cara, ma il tempo di lavorare alla band dove lo trovi?
Ma non temete, abbiamo un post anche su questo. In realtà, è seguito subito a quello su Serein, e lascia intendere che il panico si è scatenato davvero e non solo dalle mie parti.
Cosa è successo ai Todesbonden?
Visto che mi è stato chiesto se ho in progetto di tornare mai alla mia band Todesbonden (metal etereo con influenze etniche), ho pensato di rispondere qui.
Al momento, i Todesbonden sono la mia priorità numero uno.
Proprio ora sto registrando la voce per quattro o cinque demo da mandare alla nostra casa discografica perché le revisionino, e l’anno che verrà sarà dedicato al completamento del resto dell’album.
Abbiamo un sacco di musica e vogliamo darvi soltanto il meglio.
Al momento sto cantando su canzoni scritte principalmente da mio marito, nonché fantastico musicista, Jason Aaron Wood, e la sua musica è bellissima. Infilerò dentro anche alcune canzoni che ho scritto per conto mio.
L’album si chiamerà Mythos e, come il titolo suggerisce, si concentrerà su temi mitologici di tutto il mondo. Anche se ce ne saranno molti altri, tre dei soggetti sono:
• Boudicca, la semi-mitologica regina druida degli Iceni.
• Kwan Yin, la dea della Compassione (estremo oriente).
• Dafne, una bellissima ragazza greca trasformatasi in alloro mentre fuggiva da Apollo.
Lo stile musicale sarà più fantasy, meno progressivo, più doomy ed etereo rispetto all’ultimo album.
Nonostante il nostro ultimo album fosse fantastico e ne sia orgogliosissima, ho sempre voluto portare più influenze naturali, eteree ed etniche nei Todesbonden, come ad esempio quando ho scritto la musica per il nostro primo EP, Stormbringer, ormai tanto tempo fa. Quest’album andrà più in quella direzione e per ora sono molto contenta di ciò che offriremo.
Il nostro ritardo è dipeso soltanto dal fatto che molti di noi, io per prima, siamo stati distratti da altri progetti musicali (tipo pagare le bollette), problemi con la vita reale e così via.

I Todesbonden sono un prodotto dell’amore, per cui saranno sempre vicini al mio cuore. Ma come tutti sappiamo, la musica non dà profitto a molti di noi, in particolare ai progetti oscuri come i nostri.
Ad ogni modo, il profitto non è mai stata una mia preoccupazione, per cui non mi è dispiaciuto quando tutti i miei risparmi sono finiti nel nostro ultimo album. Ma visto che mio marito e io dobbiamo sopravvivere, raffazzoniamo ciò che possiamo e proviamo a rimanere ispirati mentre lo facciamo.
Quindi, per favore, resistete con noi. In cambio vi daremo dell’ottima musica, speriamo prima che poi!
Ok, Lorianna, se lo dici tu, di riuscire a trovare il tempo per fare tutto, esercitarti con l’Irish Whistle, produrre le milioni di cose di cui ormai ho perso il conto sul tuo SoundCloud e anche registrare con i Todesbonden, noi ci fidiamo. E anzi, se scopri il trucco per far diventare le giornate di quarantott’ore, diccelo perché servirebbe a molti!

lunedì 22 dicembre 2014

Endless Forms Most Beautiful: titolo, copertina e data di rilascio del nuovo album dei Nightwish

Ragazzi, state tranquilli: sono tre giorni che combatto contro l’influenza e adesso sono sotto antibiotici; tutti conosciamo i loro effetti collaterali sulla flora batterica, per cui il fatto che sia dovuto correre alla toilette con urgenza letteralmente nel momento stesso in cui ho visto la copertina di Eightwish è una pura e semplice coincidenza. Non sono un medico, ma sono abbastanza certo che, se siete sani, l’effetto in questione sarà solo in senso metaforico.
Grande annuncio quest’oggi in casa Naituiss, strombazzato prima sulla pagina Facebook della Tuomassa e poi su quella della band. Il nuovo album ha una data di uscita, un titolo e, purtroppo, una copertina. La data è il 27 marzo, il titolo è Endless Forms Most Beautiful, la copertina è quel robo là sopra. In caso ve lo stiate chiedendo, no, il titolo non significa nulla; almeno preso per conto suo, perché senza il resto della citazione de L’Origine delle Specie di Darwin, da cui è preso, non ha nessun nesso logico-sintattico che lo renda intelliggibile. Ma le menti più acute dovrebbero essere in grado di risalire a papà Charles scavando in mezzo al guazzabuglio di punti luce discordanti e orribili rendering 3D di trilobiti, dinosauri, cetacei, felini, scimmiette, elefanti, due donnine nude e l’enorme dildo elicoidale che sprizza elettricità prodotta probabilmente dalle turbine che sfruttano il furioso rivoltarsi del cadavere di Darwin nella tomba. Con tutte quelle parti meccaniche, dirigibili, doppie eliche e il mappamondo, poi, questa composizione semisimmetrica a grappolo mi dà un vaghissimo senso di déjà-vù che… mmh, proprio non riesco a identificare. Sarà che questa è fatta coi piedi. E dire che Once l’avevo comprato proprio per la copertina…
Qui non credo che farò altrettanto, nonostante sia già disponibile il preorder. Ancora non c’è nemmeno una tracklist, ma in compenso si può comprare Eightwish in versione cd standard, download digitale, digibook con cd strumentale, doppio LP in tutti i colori più trendy del 2015, Earbook con cd strumentale e orchestrale, Earbook deluxe con tre cd e vinile bonus versione Oro e Argento. Ma visto che gli amici di BBQ nei video diary l’hanno già eletto album dell’anno a scatola chiusa, i fan possono anche farlo, il piccolo sforzo di spendere quaranta euro per il Pacchetto Nonplusultra™ senza ancora sapere niente a riguardo.

Concludo con una nota positiva: ormai avrete tutti capito che l’eterno riciclarsi musicale e testuale della Tuomassa è il motivo principale per cui non mi strappo i capelli ogni volta che i Naituiss annunciano una release. Stavolta, invece, devo renderle il dovuto e complimentarmi per il fatto che, finalmente, ha deciso di uscire dai piccoli cliché del suo ego ed esplorare tematiche nuove.
Voglio dire, A Return To The Sea e The Forever Moments sono talmente vecchie e brutte che possiamo anche far finta che non siano mai esistite e che, quindi, questi temi siano inediti, invece che un riciclo di materiale pre-fantasy-Tolkien-e-Disney-ggiante e pre-fantasie-erotiche-sulla-Tamarrja…

venerdì 19 dicembre 2014

Floor Jansen dice “perkele” e compra una crostata in tv

Lo so, sono una brutta persona per aver scritto un articolo sulla Pavimenta proprio subito dopo quello sull’Amanza, tanto più che l’ho fatto più che deliberatamente.

Fatto sta che l’inarrestabile Naituiss Hype Machine non poteva proprio non fare una sosta per il carburante presso la Yle, in pratica la Rai finlandese, che, con una sostanzialità di contenuti da fare invidia a uno speciale di Studio Aperto sulle Veline, ha seguito la Pavimenta mentre si cimentava nel far vibrare il più a lungo possibile la R in “perkele” e andava poi a comprare una karjalanpiirakka, la crostata tipica della Carelia, in un chioschetto per strada a Joensuu. Qualche altra chiacchiera di profonda rilevanza culturale sul caldo dell’estate, i colori dell’autunno e la neve dell’inverno, due parole sul bar di quartiere, e poi tanta awkwardness quando le chiedono quanto è entusiasta per il nuovo album dei Naituiss. Beh, se non altro dà qualche dettaglio in più sul suo approccio alle prove e alle registrazioni rispetto ai video diary ufficiali, probabilmente perché qui non c’è la Solenne Voce Narrante™ che si prende tutto lo screentime. Qui il video, che non riesco a integrare nell’articolo.

Ora, Pavime’, anche io sarei orgoglioso da morire di essermi messo sotto e aver imparato una lingua che non solo è nuova, ma non è nemmeno indoeuropea. Ma ti sembra davvero il caso di chiamare la tv nazionale ogni volta che ti soffi il naso? D’accordo che, a loro tempo, la Tuomassa e la Tamarrja le borsettate mediatiche se le diedero più sui tabloid finlandesi che su internet, e quindi i Naituiss hanno rilevanza mediatica in patria, ma davvero ci si deve concentrare così sulle trivialità piuttosto che sulla musica?
Ah già, dimenticavo che aspettarsi che nel 2014 i Naituiss si occupino seriamente di musica fra uno split e un auto-panegirico è come aspettarsi che Lindsey Lohan giri un bel film fra una pista di coca e un mugshot.

Amanda Somerville fa il punto delle sue collaborazioni

Avete mai provato a seguire l’Amanza in tutti i suoi side-project, featuring, comparaste, ospitate e chi più ne ha più ne metta? Beh, dev’essere una fonte di stress non indifferente e credo che solo Mamma Anneke la superi in quanto a prolificità e dispersività.
Fortunatamente, però, l’Amandona Internazionale ha fatto un piccolo riassunto di tutte le cose in cui ha le mani in pasta ultimamente:

• Ha duettato con Klaus Dirks dei Mob Rules sul loro classico End Of Days su un loro album speciale per il ventesimo anniversario intitolato Timekeeper.
• Ha duettato con Chity Somapala dei Red Circuit nella canzone Worlds Collide, che finirà sul loro prossimo album, Haze of Nemesis (qui una snippet).
• Ha preso parte all’ennesima metal opera, Eon di tale Amadeus Awad, definito dalla stampa (almeno secondo la sua pagina Facebook) l’Arjen Lucassen libanese. La metal opera avrà un tema mediorientale, e l’Amanza partecipa nel ruolo di Regina del Nilo (dall’Electric Castle fanno ciao), mentre Russell Allen dei Symphony X partecipa nel ruolo del Faraone.

In tutto ciò, per chi si fosse perso le notizia precedenti (io):
• Pare che gli Avantasia abbiano cessato le attività con il live del Wacken 2014. Almeno per il futuro prossimo venturo, poi magari faranno più comeback di Cher.
• Questo primo settembre era uscito Serenades of the Netherworld, il nuovo album degli HDK del maritino Sander Gommans con massiccia presenza dell’Amandona, che ascolterei anche se non finissi inevitabilmente ad alzare gli occhi al soffitto ogni volta che penso che l’acronimo vuol dire Hate, Death, Kill.
• È in arrivo anche un secondo album del progetto Kiske/Somerville: l’anno scorso l’Amanza aveva detto che era previsto per quest’anno, ma su Facebook risulta che City of Heroes (altro rolleyes) debba uscire nel 2015. Purtroppo, aggiungerei, visto la porcheria che è stato il primo.
• Personalmente, aspetto con molta più impazienza il suo prossimo album solista, Conformity Challenged, annunciato sempre per il 2015 in una newsletter di maggio, dove l’Amandona non si lascerà schiacciare dall’ego di troppi altri cantanti che tentano di rubarle la scena e potrà davvero farsi valere. Ma hey, conosciamo i metallarini: di sicuro le bollette se le pagherà più headbangando con Tobias Sammet che non con il pop-rock sofisticato che le viene tanto bene. Oh well

Rock Dolls di Simone Simons all’asta per beneficenza

Avete capito, la Simoncina? Anni e anni di vedove degli After Forever supremazisti dei Naituiss fan della Helena Imen Tettesen soprani rosiconi italiani gente ottusa che la accusa continuamente di puntare tutto sull’immagine e niente sulla sostanza, di comportarsi da diva, di darsi arie, di tingersi i capelli con il sangue dei gattini e addirittura di essere una “Metal Barbie”, e lei cosa fa? Ci raccoglie sopra fondi per la ricerca sul cancro.
Lo I Style Stars Studio Ingeborg Steenhorst e la Cats’n’Dolls Creations hanno infatti realizzato due Rock Dolls ispirate alla Simona che sono andate all’asta su eBay la scorsa settimana per raccogliere fondi per il KWF Kankerbestrijding, l’istituto olandese per la prevenzione dei tumori. Tolti i costi di produzione e le spese relative a eBay, infatti, tutto il resto dei proventi è andato alla ricerca.

Le bambole in sé sono state realizzate dalla Cats’n’Dolls secondo lo styling di Ingeborg Steenhorst, con vestiti e accessori che sono riproduzioni in miniatura degli abiti di scena della Simona e sono addirittura ricavati da scampoli della stessa stoffa, realizzati a mano da Lorena Neri e Adriana Savioli. Non mi intendo molto di queste cose, ma mi pare di capire anche che i capelli siano stati tinti con una tinta professionale per avvicinarsi il più possibile al colore (vecchio) della Simoncina, e tipo impiantati uno a uno in un processo che ha richiesto quindici ore. Chapeau alle creatrici, non dev’essere stato facile.
Le bambole sono ovviamente pezzi unici, arrivano con un certificato di autenticità e una scatola realizzata a mano e autografata dalla Simoncina in persona. Mica pizza e fichi!
La somiglianza c’è, specie perché entrambe sono tutte da spupazzare pardon, arroganti e con atteggiamenti da diva.
Ciao, sono Simone Simons e sono una diva che non incontra i fan dopo il concerto.
Ciao, sono Simone Simons e sono una diva che non ringrazia le fangirl per i cioccolatini.
L’asta si è conclusa ieri a mezzanotte e spicci, e le bambole hanno raccolto 720 euro in totale: 375 quella con la faccia da diva che non incontra i fan dopo il concerto, e 345 quella con la faccia da diva che non ringrazia le fangirl per i cioccolatini.
Ovviamente, ora che ha fatto della beneficenza sul suo essere una “Metal Barbie”, ci sono mille e mille motivi per criticare la Simoncina: perché non ha coperto lei i costi di produzione e di eBay per destinare la cifra intera al Kankerbestrijding? Perché non ha dato ciocche di capelli veri per la realizzazione delle bambole? Anzi, perché non se li è rasati per donarli a qualche paziente? Si è assicurata che la ricerca non venga condotta sugli animali, o è anche lei un’assassina specista? Perché le bambole non cantano? Perché non fanno le bambole della Pavimenta?!
Insomma, se c’è una legge fisica che nemmeno la Relatività Generale può piegare è che nulla di ciò che fa la Simona va mai bene.

La demo di Romanticide dall’audizione di Anette Olzon

Grazie mille, Lagnette, per avermi ricordato perché sono anni, ormai, che non ascolto Once 1.0 dei Naituiss.
Quest’oggi, infatti, Lagny ha pubblicato su SoundCloud la demo di Romanticide che mandò a suo tempo come audizione alla band. Così, in barba agli haters, perché Lei Può™. Dato che, come tutti (chi?) ricorderemo, all’epoca si era parlato di Ever Dream, nei commenti al post su Facebook Lagnette ha chiarito che dopo quella ne ha mandate altre cinque, fra cui, appunto, Romanticide.


Ora, lo ammetto subito: non ho mai amato questa canzone, neanche ai tempi in cui ero più o meno un fan dei Naituiss; ma ciò non toglie che, con tutto che ancora non si era messa sotto a migliorarsi e sembrava sotto elio, Lagnette è l’unico elemento che redime questa cosa.
E ci è anche andata bene, perché su Facebook la fanciulla ci ha detto che all’inizio aveva provato a caricare Ghost Love Score. Lagny, tesoro, ti prego… no. Cinque minuti di Romanticide riesco ancora a sopportarli per amor tuo, ma dieci minuti e passa di patchwork orchestrale assemblato senza alcun criterio logico soltanto per raggiungere la lunghezza di una suite no, mi rifiuto! 

lunedì 8 dicembre 2014

Nightwish Hype Machine: l’episodio 8 e l’annuncio del singolo, Élan

Ieee. Altre notizie su Eightwish, non sto più nella pelle e non credo sia la dermatite.


Per prima cosa abbiamo l’ottava parte dello studio diary, in cui la Tuomassa e la Pavimenta supervisionano la registrazione di cori e orchestra a Londra. Dopo un lungo blabla sul fatto che gli Angel Studios siano impressionanti, la Tuomassa fa la prima uscita degna di nota e dice che ai musicisti piace ciò che stanno facendo. Credo che il laughbox si sia rotto, ma la Tommasina potrebbe anche avere ragione: che pacchia dev’essere farsi pagare profumatamente per suonare una partitura praticamente identica a quella delle ultime tre volte? Poi ci mostrano le percussioni, tante e abnormi per mantenerci svegli come Jukka durante l’ascolto dell’album, e veniamo a sapere che alcuni dei percussionisti hanno lavorato con Hans Zimmer, e anche loro dovranno soltanto ripetersi in una versione più cheap di quello che hanno già fatto.
L’immancabile Pip Williams fa il lavoro sporco arrangiando le linee orchestrali che la Tuomassa traccia con la tastiera in qualcosa di intelligibile per i musicisti, e ci assicura che nel prossimo album quando partirà l’orchestra la sentiremo davvero tanto. Fortuna che anche dei Pokémon hanno inventato le megaevoluzioni, così abbiamo sempre un punto di paragone.
Infine, arriva la domanda fatidica: cosa assicura il successo continuativo dei Naituiss? Chiaramente è il genio della Tuomassa, dice Pip, e il fatto che ciò che fa sia unico e quegli altri poracci là fuori possano solo tentare di scimmiottarlo, non certo il fatto che continui a mungere indiscriminatamente la scarsa apertura mentale del metallino medio riproponendo gli stessi cliché degli ultimi dieci anni senza vergogna alcuna.

Ma non solo: è fresco fresco di oggi l’annuncio che Élan, il primo singolo tratto dall’album (il cui titolo ancora non è dato sapere), uscirà il 13 febbraio, e conterrà quattro tracce: versione regular, radio edit e alternativa della title track, e una outtake dell’album chiamata Sagan. Così a naso, prepariamoci a tonnellate di uilleann pipes.

Sempre a proposito del singolo, ecco cosa ci dice la Tuomassa, dopo aver citato Walt Whitman:
Oh, mentre vivo per dominare la vita, non esserne schiavoPer incontrare la vita come un potente conquistatore, e niente al di fuori di me prenderà mai il mio comando.” 
Questa bellissima citazione del mio eroe, lo Zio Walt [un altro, n.d.r.], è stata il punto di partenza per la scrittura di Élan. Il tema sottinteso della canzone è niente meno che il significato della vita, che può essere qualcosa di diverso per ognuno di noi. È importante arrendersi alle occasionali “cadute libere” e non temere i sestieri meno battuti. Élan è un fantastico teaser per l’album, ne dà un piccolo assaggio ma rivela davvero poco del vero Viaggio di Grandezza che arriverà.
Insomma, parliamo di roba profonda, mica le solite sirenette spiaggiate, qui! Anche se sentire la Tuomassa che parla di prendere sentieri nuovi mi fa venire voglia di riparare il laughbox.

Countermove: il metal olandese unito per beneficenza

È da un po’ che girano notizie su questo progetto di Joost van der Broek featuring a una comitiva di altri artisti olandesi. Ora, finalmente, si sa qualcosa di più preciso ed è anche uscito il primo singolo, per cui è il momento di parlarne anche qui.
Countermove è il nuovo progetto capitanato, appunto, da Joost con doppio scopo: dare più visibilità alla scena metal olandese e, a tempo stesso, fare beneficenza alla Croce Rossa e alle vittime degli abusi sessuali nelle zone di guerra. In sostanza, Joost si è scocciato di spippettarsi in studio producendo gli altri e ha deciso di tornare a fare musica invitando un pulmino di gente a unirsi. Il primo singolo, The Power Of Love, ovviamente una cover dell’evergreen dei Frankie Goes To Hollywood, è uscito oggi, giusto in tempo per fare pendant con le decorazioni degli alberi di Natale.


Ammetto di apprezzare molto l’arrangiamento: con tutta questa carne al fuoco rischiava di essere una pacchianata di dimensioni epiche, e invece. Anzi, l’orchestra stile ultimo album degli After Forever e gli sprazzi prog mi sono anche mancati un po’, dopo il loro split. E mi sono piaciute anche le varie prove vocali, specie perché la Pavimenta non urla come un’ossessa. Se il trend è questo, si prospetta un’ottima collaborazione.
Ad ogni modo, nel carrozzone condotto da Joost abbiamo:

• la Pavimenta, appunto, per prima in tutti i post a riguardo e anche fra i vocalist del video perché è la dittatrice di Esthar la cantante dei Naituiss e non si può fare altrimenti.
• la Simoncina, che probabilmente devolverà un po’ dei suoi trucchi di Sephora scaduti alla causa, come si faceva con le brioscine negli Anni Novanta.
Mamma Anneke, perché dove c’è un featuring da fare, fosse anche con la voce preregistrata di Trenitalia, lei arriva di corsa.
Manda Ophuis, come già sapevamo.
• Cochotte dei Delain, a patti che la prossima campagna sarà a favore dell’abolizione delle macellerie.
• Marcelìna Pane y Vina, per dare quel tocco internèscional in più.
Valerio Recenti dei My Propane, vedi sopra.
Mark Jansen, perché quando c’è da fare beneficenza lui si tuffa di testa con tutta la bicicletta (ma tanto usa il casco).
Arjen Lucassen, senza di lui mai nella vita.
George Oosthoek, anche lui con le mani in pasta sempre dappertutto.
Ruud Jolie dei Within Temptation, per gentile concessione di Sharona Milfona che è invece  troppo impegnata a disegnare costumi di scena per fare le elemosina.
Varia altra gente che conosco solo di nome (o per niente) fra cui la van Giersbergen Wannabe (Vision of Atlantis pardon, Xandria), Daniël de Jongh (Textures), Jochem Jonkman (Vanderbuyst), Caroline Westendorp (The Charm The Fury), Epic Rock Choir (The Theater Equation), Anand Mahangoe, Remon Masseling, DJ van Zon (My Propane), Maaike Peterse (Kingfisher Sky) e Ben Mathot (Ayreon, Kyteman).

Cos’altro verrà fuori da questo scontro fra titani, primedonne e qualche poraccio/a random? Staremo a vedere!

Helsinki J, il progetto house di Barbara Schera Vanoli

Ecco, ti pareva: il morbo delle vedute aperte in campo musicale miete un’altra vittima. Dove andremo a finire, di questo passo? Riavremo mai le mezze stagioni? Che ne sarà di qualunquismi come “solo il metal è la retta via”?
Ad ogni modo, mentre lavora al prossimo full length dei Dama (aspettando il quale mi sto arrampicando ai soffitti per l’impazienza), la nostra Barbarina ha sfoderato anche una collaborazione house sotto il nome di Helsinki J. Il progetto, distribuito dalla Bang Record (un’etichetta indipendente italiana specializzata in house, dance e pop), ha pubblicato pochi giorni fa il lyric video del primo singolo, Out Of Time, a breve disponibile nei negozi digitali.


La classe non è acqua, e Barbarina ne ha tanta in qualsiasi ambito si cimenti. Poi insomma, adoro la sua voce, adoro la musica elettronica di alto livello, per cui sono impaziente di sentire altro di Helsinki J.
E ANCHE DEI DAMA, GIÀ CHE CI SIAMO. Ma senza pressioni, eh!

mercoledì 3 dicembre 2014

Il selfie al naturale di Cristina Scabbia

Mi sembra che in questi giorni si sia diffusa l’idea erronea che qui su Epilla ci si creda giornalisti seri e critici musicali di grido, nonostante i ventordici disclaimer, un header del blog e un’immagine copertina di Facebook che sono tutto tranne che seri e, anzi, sono piuttosto espliciti sul fatto che qui si cazzeggia in allegria. Per cui, lasciamo perdere i grandi sacrifici delle Dive de noartri e ristabiliamo l’ordine naturale parlando di cose alla nostra portata: questo pomeriggio cHristina SenzaFottutaAcca!!! si è fatta un selfie e l’ha caricato su Facebook. Big deal, direte voi, ma si tratta di un #nofilter #nomakeup con sentito discorso di #empowerment da #strongindependentwoman. Vediamo cosa aveva da dirci:
Il trucco e un po’ di photoshop rendono le foto magnifiche e i ricordi fantastici, ma possono anche distorcere l’immagine di come sia una “persona vera” e causare bassa autostima e frustrazione perché non si “sembra perfetti” come nelle foto magiche. Personalmente ho lavorato con ottimi fotografi e make up artist, ma la realtà è che mi sveglio così: niente pelle di porcellana, niente luci strane, niente occhi e labbra dipinti. Ed è così che le cose stanno e voglio che siano. Non dimenticate mai che è divertente essere carini e truccati, ma la “perfezione” non esiste. C’è una ragione perché siamo tutti diversi e unici: per ricordarci che se anche esiste una “regola generale di bellezza” creata da persone come noi… la si può facilmente mettere in discussione, invertire e… negare. Siate fieri di voi stessi, di ogni centimetro della vostra pelle, di ogni ruga nata da un sorriso o perché non avete dormito dalla preoccupazione per i vostri cari; siate orgogliosi di ogni parte di voi. Non c’è NESSUNO come voi in tutto questo dannato mondo. Vivete da UNICI quali siete.
Chapeau a cHristina per il bellissimo discorso (e per aver dimostrato di essere una di quelle pochissime cantanti metal italiane che ha il coraggio di non spararsi le pose o arruffare le piume per ogni stronzata). Anche se diciamocelo: facile parlare per lei, che ha passato i quarant’anni ed è ancora una figa stratosferica anche con gli occhietti assonnati. Chiediamolo alla Prozia Livia se è d’accordo!

lunedì 1 dicembre 2014

Otto Schimmelpenninck e la cannonata fra le gambe

Questa è una di quelle cose che le leggi e non riesci a crederci.
A quanto pare, il povero Otto Schimmelpenninck, bassista dei Delain, ha avuto uno di quegli incidenti che neanche su Malattie Imbarazzanti. Mentre suonava sul palco a Birmingham, infatti, si è avvicinato troppo al cannone che spara i coriandoli sul pubblico e si è preso un blast di aria compressa e pezzetti di carta dritta dritta sulle palle. Qualcosa mi dice che le stelle che ha visto non erano filanti.
Con un eroismo che, da maschietto, gli ammiro tanto, ha terminato lo show e solo dopo è andato all’ospedale, dove è stato operato per un ematoma dovuto alla rottura di un testicolo. Mi viene male solo a pensarci.
A questo punto, però, direi che può ritenersi fortunato: pensate se avesse suonato per i Naituiss o i Within Temptation, o qualche altra band che invece dei coriandoli spara le vampate di fuoco o i pirotecnici sul palco. Credo che sarebbe stato il tegame di uova fritte più traumatizzante della storia umana!