Benvenuti e siamo tutti cantautori. Compresa Meri Demurtaccisua (pardon, TheMurtaccisua) che, non contenta di aver assediato conquistato la Scandinavia con il suo fascino mediterraneo, ha deciso di fare una capatina a casa. Da sola.
Onestamente non so come prendere questo suo annuncio di aver registrato e voler pubblicare un album solista. Fosse un’ammissione del fatto che nei Tristania non c’azzecca molto e con la sua voce sguaiata è adatta al massimo a fare la Giusy Ferreri de’ noartri, sarebbe cosa buona e giusta; ma temo sia più probabile che sia solo un modo per starnazzare oltre ai Tristanieddu, senza mollare la presa lì.
Ad ogni modo, l’album è stato registrato e prodotto in Sardegna perché mai si carichi un video su YouTube in cui Meri non sottolinea che viene da lì (e perché ammettiamolo, tutti sentiamo la mancanza delle seadas quando andiamo “in continente”), con musicisti e produttori locali che non fanno che tessere le lodi su quanto sia TECNICAMENTE PREPARATA (perché mai si carichi un video su YouTube in cui non la si riempie di complimenti) e anche una cantante BRAVISSIMA “che mi ha molto emozionatto” (sic).
Dalla preview e da quello che dice lei stessa, il disco si profila come il classico pop-rock all’italiana stile Emma Marrone e compagne, basato sulle pèrformans (sic) vocali di Meri. Poi può darsi che in Italia, dove il cantante medio non studia ma, anzi, fa della sua mancanza di tecnica il proprio cavallo di battaglia (fra la voce nasale di Ramazzotti e le note calanti di Ligabue c’è l’imbarazzo della scelta), le sue vocali spalancate a papera passeranno relativamente inosservate e farà anche una figura decente.
Ad ogni modo, l’album è genericamente “coming out soon”. Se questo “soon” è prima che io riparta, farò un salto in tutte le bancarelle di Piazza Tola (il mercato rionale per antonomasia nel sassarese) per vedere se lo vendono almeno lì. Dubito che lo metteranno sugli scaffali dei negozi di musica accanto al comeback della Santa…
Onestamente non so come prendere questo suo annuncio di aver registrato e voler pubblicare un album solista. Fosse un’ammissione del fatto che nei Tristania non c’azzecca molto e con la sua voce sguaiata è adatta al massimo a fare la Giusy Ferreri de’ noartri, sarebbe cosa buona e giusta; ma temo sia più probabile che sia solo un modo per starnazzare oltre ai Tristanieddu, senza mollare la presa lì.
Ad ogni modo, l’album è stato registrato e prodotto in Sardegna perché mai si carichi un video su YouTube in cui Meri non sottolinea che viene da lì (e perché ammettiamolo, tutti sentiamo la mancanza delle seadas quando andiamo “in continente”), con musicisti e produttori locali che non fanno che tessere le lodi su quanto sia TECNICAMENTE PREPARATA (perché mai si carichi un video su YouTube in cui non la si riempie di complimenti) e anche una cantante BRAVISSIMA “che mi ha molto emozionatto” (sic).
Dalla preview e da quello che dice lei stessa, il disco si profila come il classico pop-rock all’italiana stile Emma Marrone e compagne, basato sulle pèrformans (sic) vocali di Meri. Poi può darsi che in Italia, dove il cantante medio non studia ma, anzi, fa della sua mancanza di tecnica il proprio cavallo di battaglia (fra la voce nasale di Ramazzotti e le note calanti di Ligabue c’è l’imbarazzo della scelta), le sue vocali spalancate a papera passeranno relativamente inosservate e farà anche una figura decente.
Ad ogni modo, l’album è genericamente “coming out soon”. Se questo “soon” è prima che io riparta, farò un salto in tutte le bancarelle di Piazza Tola (il mercato rionale per antonomasia nel sassarese) per vedere se lo vendono almeno lì. Dubito che lo metteranno sugli scaffali dei negozi di musica accanto al comeback della Santa…
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