domenica 28 settembre 2014

Amy Lee corregge la stampa: gli Evanescence non sono finiti

Imparare dai propri errori non è mai facile, ma dobbiamo dare il dovuto alla Pescivendola: se non altro ci prova. Chi di noi è stato (o è tutt’ora) affezionato ai rAmynescence ricorderà bene il casino mediatico che ha seguito la pubblicazione di Sally’s Song e ha portato alla pubblicazione di quella ciofeca di rAmynescence – L’Album: canzone solista che esce fuori, Pescy che dice in un’intervista che la band non la rappresenta più e vuole provare altro, stampa che dice tutto e il contrario di tutto a riguardo approfittando della vaghezza della dichiarazione e di lei sparisce completamente dai radar per mesi e mesi dopo aver sganciato la bomba, e infine la label che la riacchiappa per i capelli (tagliati) da che stava componendo roba solista e le punta la pistola alla tempia per farle scrivere in fretta e furia un album per la band.

Beh, la situazione dopo la pubblicazione di Aftermath ha appena rischiato di diventare pressoché identica, con la pubblicazione di articoli sensazionalistici che mettono un titolone del calibro di “Evanescence’s Amy Lee suggests end is in sight for rock group” partendo da dichiarazioni molto meno definitive. Ma almeno stavolta Pescy ha preso la faccenda in mano e ha subito chiarito le cose su Facebook. Del resto, nell’era dei social può benissimo farlo anche da casa senza fare la fatalona per qualche intervista con annesso photoshoot.
Sento di aver bisogno di chiarificare questo: non ho mai detto che gli Evanescence sono finiti. Non limiterei me stessa in questo modo. Ho detto che non avrei fatto nulla con loro per adesso e che ho una mente completamente aperta per il futuro. Una mente aperta è una cosa bellissima – ne avevo una quando ho iniziato con la band. Non smetterò mai di cercare cose che mi ispirino, che mi rendano entusiasta per la vita, l’arte e la musica. È questo che le rende BELLE! Non lascerò che niente o nessuno mi trattenga e mi costringa a correre al mio posto, specialmente non un’immagine di me stessa. Ascoltate i miei testi e sentirete quel messaggio gridato fin dall’inizio. Dobbiamo guardare avanti, continuare a muoverci, a cercare, a crescere. Non si sa mai di cosa si è capaci finché non si prova. Gli Evanescence sono una parte di me, ma non sono un’immagine completa di ciò che sono capace – non ci si avvicinano nemmeno. Ad essere onesta, la cosa più ispirata e soddisfacente che ho aiutato a creare non ha nulla a che fare con la musica – lo sto tenendo in braccio.
Non abbiate paura di provare. Potreste ritrovarvi con qualcosa molto migliore di ciò di cui eravate pronti ad accontentarvi.
In sostanza non ha detto niente di nuovo rispetto a “faccio il cavolo che mi pare, basta dire cazzate”, e un sottinteso “i rAmynescence restano comunque roba vecchia, basta parlarne”. Da una parte le si potrebbe dire che non ha imparato niente da rAmynescence – L’Album, una porcheria indegna della sua discografia che ha messo in pausa le sue velleità soliste per anni e sarebbe stata evitabilissima con un annuncio chiaro e netto circa il (non) futuro della band. Dall’altra, se non altro per prima cosa si è liberata della label, e quindi nessuno la metterà più ai lavori forzati; per seconda, ammetto che il modo in cui ha posto la faccenda – considerare lo scioglimento degli Evanescence un limite creativo inutile – ha senso ed è legittimo, per quanto mi puzzi sempre di palliativo per i fan che hanno storto il naso su Push The Button. Ma soprattutto, va apprezzato che, nonostante sia alle prese con la vita famigliare, non abbia fatto finta di nulla sui ventordicimila rumors che stavano circolando in rete, e abbia invece dato qualcosa di concreto che lenisca l’eterna attesa a cui sono condannati i suoi fan. L’avesse fatto anche nel 2008, molti non le si sarebbero rivoltati contro come è successo. Compreso me.

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