E niente, ci risiamo: alla gente non piace sentir parlare di “female-fronted metal”. Prima
l’Animalissa, adesso anche la
Pavimenta ha da dire la sua. Ultimamente sembra dare in escandescenze qualsiasi cosa le si chieda nelle interviste, e ai malcapitati di
Metal Radio Nation, che le hanno chiesto cosa pensa delle altre “female-fronted symphonic metal band”, ha risposto così:
Ora almeno ci hai messo “symphonic metal”, quindi il campo si restringe… Dice un po’ di più di com’è effettivamente la musica.
A volte sembra esserci un intero genere chiamato “female-fronted metal”. “Oh, quindi sei in una band female-fronted?”, “Ah sì, lo sono?” – cosa diamine significa? Perché i ReVamp sono una band female-fronted, e anche i Naituiss. Ma non si assomigliano per niente. Gli Arch Enemy sono una band female-fronted, ma anche i Delain. Non si assomigliano affatto. L’unica cosa è che sono entrambe band metal, ma gli stili del metal sono così diversi che non significa molto se c’è una ragazza che canta o meno. Per cui non è mica tanto importante. In più, enfatizzare la differenza sessuale fra uomini e donne, penso che sia superato ormai.
Non è sorprendente che ci siano sempre più donne nelle band metal. E non sono solo front-woman, ma anche batteriste, chitarriste, bassiste… Quindi, direi, fatela finita e chiamatelo semplicemente “symphonic metal”. Non importa davvero chi canta.
Onestamente, trovo che lamentarsi del “female-fronted metal” stia diventando un po’ l’equivalente musicale del dibattito su come definire Plutone. Ciò che non capisco è perché la gente si ostini a ritenere che si voglia indicare un genere quando in realtà, almeno per come lo vedo usare più spesso, “female-fronted metal” è più che altro un termine ombrello che accomuna elementi eterogenei – band non solo symphonic, ma anche doom, gothic, progressive, avant-garde, death – ma che hanno in comune una determinata caratteristica. Personalmente, il rapporto maschi-femmine fra i miei cantanti preferiti, di qualsiasi genere, è 9 : 41 per le ragazze: è una semplice questione di gusti, preferisco le voci femminili. Se per comodità mi riferisco al metal che ascolto come “female-fronted” per dire che in generale preferisco le voci femminili, non vedo la cosa né come sessista, né qualunquista. È un termine che descrive una delle caratteristiche, non dice che tutte le band a voce femminile siano identiche. L’Animalissa ha fatto un discorso più intelligente, dicendo che di per sé la presenza o meno di una donna nella band non cambia la qualità oggettiva della musica, ma la Pavimenta che ragiona ancora per generi mi fa alzare gli occhi al cielo.
E, apparentemente, non solo a me: anche a quel gran gnocco di
Isaac Delahaye degli Epica devono essere cascate le palle, tant’è che quest’oggi ha inforcato
Facebook e ha postato uno stato che mi sa tanto di frecciata contro l’inutile dibattito.
Per la cronaca, se qualcuno là fuori chiama gli Epica una “female-fronted metal band”, la cosa non mi dà problemi. Anche chiamarli “la band con il chitarrista antipatico” va bene. “La band che è famosa solo per la bellezza della ragazza”. “La band che non ha mai fatto di meglio del primo album”. Un classico.
È tutto molto soggettivo, e non mi disturba che abbiate un’opinione, anche se non la condivido.
Un mega-applauso a Isaac, che da gnocco qual è ha capito perfettamente qual è il punto che importa: la musica, non le etichette e tutto il blabla che ci si costruisce sopra.