mercoledì 6 aprile 2016

NOTIZIA SHOCK: gli Stream of Passion si sciolgono a fine anno

AHAH, PESCE D’APRI– ah no, aspetta, oggi è già il 6, mi sa che non è uno scherzo.
Mentre mi prendo un attimo affinché il fan che è dentro di me elabori la notizia e inizi ad attraversare i cinque stadi del lutto, vediamo un po’ il comunicato con cui stamattina Marselìna Pan y Vina e compagni hanno sganciato la bomba su Facebook.
Per tutto arriva una fine.
Cari amici e fan,
Negli ultimi undici anni abbiamo trascorso momenti bellissimi suonando in tutto il mondo e condividendo momenti di gioia sul palco. Ma per tutto arriva una fine e sentiamo che è il momento di andare avanti e cercare nuove sfide musicali. Siamo orgogliosi di tutto ciò che abbiamo realizzato con il vostro aiuto e vogliamo che la storia della band termini su una nota positiva invece di perdere concentrazione, interesse e motivazione.
Prima di separarci come band suoneremo ad alcuni show d’addio; vogliamo anche registrare un DVD che conservi il ricordo dei bellissimi momenti che abbiamo avuto. Le date sono le seguenti: 
• 26 agosto 2016: Zebra Fest, Gemert (NL)
• 2 settembre 2016: P60, Amsterdam (NL) (registrazione del DVD)
• 7 settembre 2016: ProgPower USA XVII, Atalanta, GA (USA)
• 13 ottobre 2016: Underworld, Londra (UK)
• 14 ottobre 2016: Bierkeller, Bristol (UK)
• 15 ottobre 2016: Classic Grand, Glasgow (UK)
• 16 ottobre 2016: Robin 2, Bilston (UK) 
Stiamo anche pensando di includere un ulteriore show finale verso la fine dell’anno: seguiranno altri dettagli.
Vorremmo ancora una volta esprimere la nostra eterna gratitudine per il sostegno che ci avete dato per tutti questi anni. Tutti noi continueremo a fare musica, in un modo o nell’altro; quindi speriamo ancora di vedervi presto su qualche palco vicino a voi.
Grazie per aver fatto parte della magnifica avventura che sono stati gli Stream of Passion!
Marcela, Johan, Eric, Steve, Jeffrey, Martijn
Ok. Da fan mi sto davvero, davvero strappando i capelli e sto cercando di farmi i conti in tasca per vedere se riesco a fare un salto all’Underworld di Londra (sembra che le band che fanno tour d’addio amino molto quel posto, wtf?!).
Razionalmente, però, comprendo la loro decisione e, in un certo senso, li ammiro per averla presa. Del resto, già quando uscì A War Of Our Own, mi dissi: ok, album magnifico, canzoni spettacolari, ma da qui dove andranno? Come band, gli Stream of Passion hanno trovato una formula originale e l’hanno portata alla sua eccellenza: a meno di non rivoluzionarsi completamente, col rischio di perdere la loro stessa identità, non avrebbero potuto fare ancora meglio di così. Per cui li ammiro per aver messo da parte la logica dei profitti e aver riconosciuto che c’è altra musica che li aspetta là fuori: del resto, superare ampiamente il goal di un crowdfunding significa che di fan affezionati disposti a pagare per la tua musica ne hai molti, avrebbero potuto continuare a farli contenti e spremere il limone con un The Flame Within 2.0, un Darker Days 2.0 o un AWOOO 2.0 come fanno molti colleghi.

E, ridendo e scherzando, hanno fatto davvero grandi cose: tutti li davano per spacciati già nel 2006, quando Arjen Lucassen decise di portare via il suo enorme ego e la sua setlist di auto-cover; invece hanno camminato sulle loro gambe per altri dieci anni e hanno tirato fuori tre album che polverizzano completamente il debutto blasonato. Personalmente, sarò felice di ricordarli come una band che è stata grande dall’inizio alla fine. Anche se ora ho gli occhietti lucidi.

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