Sapete che vi dico? Troppa musica, da queste parti. Era ora che su Epilla ci occupassimo di qualcosa di più gossiparo, così ecco il lookbook con tutte le atrocità dell’European Horror Story: Freak Show. Fra animalier, tendoni da circo, sacchi per l’indifferenziata e pacchianate varie, c’è solo da pregare che Enzo Miccio e Carla Gozzi non aprano mai questo blog, se no è la volta buona che infartuano.
Il terzo giorno è resuscitata come corista degli Aria Flame (who?) ma è tristemente rimasta impigliata in una rete da pesca. Che sia un tributo a Pescy? Beh, non sarà l’unico che vedremo, nel corso del post.
A tenere alti i colori dell’Italia, tale
Sara Squadrani di tali Ancient Bards. Nulla di eccezionalmente orribile, né trascendentale: un normale outfit da serata al discopub. Almeno apprezziamo che qualcuna sia andata vestita normale e non conciata da adolescente alla scoperta della darkroom del Decadence.
Anche
Grace Méridan, altra illustre sconosciuta che ha fatto da corista agli Aria Flame, ha optato per un look tutto sommato sobrio: tubino bianco (che può permettersi) e polsino in tinta. Senza quell’inserto catarifrangente sarebbe stata promossa, ma ehi, è pur sempre il Cirque du Baracconeil.
Restando sugli Aria Flame,
Aziza A. Poggi (la cantante titolare, credo) ha puntato sul pacchiano pesante mescolando tulle, righe, nappe delle tende, fishnet, pizzo e piume arancioni. Se l’idea era travestirsi da enciclopedia dei cliché gotici, complimenti, le è riuscita benissimo!
E che dire di
Sabrina Cruz, ennesima corista degli Aria Flame, e dei brandelli di raso rosa che spuntano dagli spacchi di quel sacco nero in ecopelle? Basta guardare le espressioni sue e di Aziza: è il disgusto per i reciproci outfit.
Dal Giappone con furore,
ANZA (TUTTO CAPS LOCK) degli HEAD PHONES PRESIDENT (ANCHE LORO TUTTO CAPS LOCK) ha puntato sulla nostalgia e si è travestita da Pescivendola prima maniera con strati multipli di tulle e una cintura quattro taglie più grande stretta a più non posso. Ed è subito 2003!
L’operazione throwback continua con
Carla Van Huizen dei La-ventura, che lascia l’epoca di
Fallen alla giappa e punta su un ritorno a
The Open Door. Su, Pescy, ora che sei una cantante indie diciamoglielo insieme: DÉ-MO-DÉ!
Sempre in tema, démodé,
Dianne van Giersbergen dei
Vision of Atlantis Xandria
(porca miseria, li confondo sempre) ha optato per finto corsetto e gonna lunga in pieno stile Anni Duemila. D’accordo che il nero non passa mai di moda, ma a tutto c’è un limite…
Poi c’è
Saeko Kitamaesentita, che ha finalmente un volto. Si è esibita il primo giorno assieme alle United BFF e, visto il palco affollato, ha lasciato la katana dalle sue colleghe a Old Town di Sin City. Peccato che si sia dimenticata di cambiarsi prima di salire.
Con
Miriam “Sphinx” Renvåg dei Viper Solfa, i casi sono due: o si sono dimenticati di dirle che la manifestazione si chiamava Metal
Female Voice Fest, oppure è scesa di corsa dal carrarmato e anche lei non ha avuto tempo di cambiarsi. Nel secondo caso, occhio, Francia: è già in Belgio, la Linea Maginot è bella che aggirata.
Karolina Pacchian degli Skeptical Minds ha dato subito spettacolo alla serata karaoke con un cosplay da principessa degli elfi con tanto di coroncina. Dieci e lode per la pretenziosità, ma Sharona Milfona l’ha capito da anni che non è più il caso di girare travestita da meringa.
Il secondo giorno, con la sua band, ha deciso di vestirsi da figlia del fabbro in gita notturna sulla Salaria. Se almeno il top fosse stato della misura giusta evitando di farle i rotolini… oh well.
Maxi-Fronte Nil dà subito il peggio di sé il primo giorno con le amiche di merenda. Avrà anche rinunciato al bindi, ma fra quel corsetto rosa leopardato con inserti in PVC e il cardigan cascante da barbona non ci siamo proprio. E seriamente, una frangetta non guasterebbe.
Il secondo giorno con i Jaded Star (ora canta lì) ha optato per fare pendant con la Karolina e fare l’espositore del ferramenta di suo padre: corsetto decorato con la sparachiodi, catenacci a più non posso, collare cervicale e tappezzeria in similpelle. Il coprispalle, poi, è un capolavoro.
Paladina di classe e femminilità come al solito,
Meri TheMurtaccisua si è esibita al Karaoke United in tenuta da motociclista: canotta smanicata per lasciare i tatuaggi in bella vista, gilet in pelle, cinturone sopra la maglia e, ovviamente, urla sguaiate.
Ma… sorpresa sorpresa! Il secondo giorno si è presentata vestita decentemente, con una camicetta nera con maniche a palloncino addirittura carina, capelli semiraccolti e pantaloni neri. Secondo me, Maxi-Fronte Nil l’ha minacciata: o ti vesti come si deve, o la corista dei Jaded Star non la fai manco morta.
Restando in tema maschietti (diciamocelo, Meri lo introduce bene!), abbiamo… ahem… questo tizio dei Diabulus In Musica (non sono riuscito a capire chi sia) che, dopo essersi rotolato nel fango, ha deciso di avvolgersi in una rete per la raccolta delle olive. Sto cercando di capire se questo costume voglia avere valore come rievocazione storica o cosa, ma il senso mi sfugge proprio.
In perfetto stile Rossella O’Hara, invece delle tende
Heidi Poveraccien ha riciclato il tendone di
Black Circus degli Ambeta Dawn e ne ha ricavato il vestito simil-vittoriano a righe più brutto della storia. Il finto tatuaggio col simbolo degli Illuinati/logo di Dark Sarah sul palmo della mano è un ulteriore tocco di classe.
Abbiamo anche un’altra italiana in concorso,
Lisy Stefanoni degli Evenoire. E tutto italiano è anche il suo costume: la Zingara Cloris! Ma cosa ci diranno le carte? Avrà più successo se lo porterà al Cartoomics l’anno prossimo? La risposta è una soltanto: la Luna Nera! AH AH AH, za-za-zan zan!
Yay per la
Baleana, che la sera delle Dilettanti allo Sbaraglio ha deciso di coprirsi con un sacco nero dell’indifferenziata. Che ha ornato con dei maniconi in pizzo per non farci mancare nulla. Quando capirà che il raso potrebbe anche evitarlo perché a) fa tanto costume di carnevale e b) si spiegazza che è una meraviglia in valigia, sarà troppo tardi.
Il giorno dopo con gli Enemy of Reality, invece, ha deciso di entrare in full baraccon mode e non risparmiarsi nulla: bottoni, borchiette, nappe delle tende, catene… Poi però penso a chi le ha confezionato quel vestito e tutto acquista un senso: ovvio che si sia lasciato prendere la mano, dove altro la trova una simile quantità di stoffa in un un unico vestito da decorare a piacimento?
Zuberoa Aznárez dei Diabulus in Musica ha sfoggiato ben tre outfit nel corso del festival. Qui la vediamo in veste di corista dei Leaves’ Eyes con addosso un vestitino nero che è quasi carino. Ma…
…già come corista di Dark Sarah le vediamo addosso una palandrana metà velluto e metà ecopelle con tanto di pieghe da bagaglio che avrebbe potuto benissimo evitarsi.
Per l’esibizione con la sua band aveva probabilmente finito i fondi e così si è ricavata un vestito rattoppando assieme pezzi di tappezzeria che avrà ricavato dalle tende e dal divano in pelle. E che, oltretutto, non la coprono nemmeno.
Cavallyn, Cavallyn, che cosa mi combyn? La prima sera, con le Poracce Unite, si è infilata in un corsetto piumato di rara bruttezza che la fa sembrare un Tortellyn.
Si è ripresa alla grande, però, la sera dopo con i Sirenia (e anche come corista della Prozia Livia). Non so, è un corsetto con gonna in similpelle e fishnet sulle braccia, ma lei riesce a portarli con dignità perfino nel 2014. Evidentemente, per non sembrare un baraccone ci vuole classe.
Altro classico della moda goth addosso a
WTHeike: corsetto nero con bordo in pizzo, coprispalle semitrasparente, gonna lunga, collare con pendaglione. Poteva essere una baracconata, invece anche lei indossa il tutto con una classe invidiabile. Lei e Cavallyn devono avere qualche segreto, ma c’è anche da dire che nessuna delle due ha strafatto con più strati del dovuto.
Niente da fare, invece, per la nostra
Marselìta, che sfoggia un look da pornosegretaria fetish. L’idea del simil-tailleur non era male, ma tutto in ecopelle? Sul serio?
E dopo il fetish, diamo un tocco lesbo con
Masha “Scream” degli Arkona. Non è nemmeno una butch, è proprio vestita da uomo. Mi sa che sua la lettera sul festival di metal
al femminile si è persa con quella di Miriam Renvåg. Del resto, la posta non te la recapitano sul camion…
Dopo una certa età, si sa, cambiare non è mai facile. Lo sa bene
Sabina Classen (ma quale?) dei With Holy Moses: da brava metallara vecchio stile \m/ probabilmente quello che ha addosso è ancora il gilettino con le toppe incollate che usava al liceo tanti, tanti anni fa. Fortuna che la Kassandra Novell ha previsto la cosa e le ha almeno prestato la rete per le braccia…
Chi invece gli anni li porta splendidamente è
Kari la Piromaniaca. Leggings neri, vestito in pizzo coprente, stivali, tutto sobrio e minimale: ecco come una cantante di quarant’anni si esibisce dignitosamente sul palco. E stavolta non ha nemmeno avuto bisogno di minacciarmi.
Anche
Mamma Anneke non si vergogna di fare la cantante seria con prole alle spalle: per lei, un vestito nero ancora più essenziale, per una classe e sobrietà davvero invidiabili.
E anche quando decide di darsi un tocco più sparkly e da rock star, non esagera e punta su una maglietta blu polvere semplice anche se con le paillette. Così, per dimostrare a quelle altre sgalettate come ci si presenta, sul palco.
E poi c’è lei, la
Prozia Livia. In tour con The Sirens da quanto? – e ancora non ha imparato nulla da Anneke e Kari. Fra Potere del Trio e Leaves’ Eyes, sul palco del MFVF ha sfoggiato ben
quattro outfit, uno più brutto e/o inappropriato dell’altro. A partire dalla camicetta cinese tarocca di cui sopra.
Sempre per fare bella figura accanto ai vestiti sobri della Piromaniaca e dell’Annarella, eccola portare in tour il vestito leopardato tono su tono che ha sfoggiato nel video di
Love Decay. Se non altro, il corpetto è allacciato del tutto, così non avrà avuto fiato e avrà lasciato la performance vocale alle altre due.
Doppio outfit anche per l’esibizione con l’Allegra Famigliola. Ok, bisogna ammetterlo, è un
enorme passo avanti rispetto alla vestaglia rossa, ma Prozia, seriamente: non hai più quindici anni. Ne hai quasi quaranta, ne dimostri il doppio e hai tre vasti mediali: forse è arrivato il momento di coprirti un po’.
E come se la coda di tulle di prima non fosse bastata, eccola in minigonna inguinale, stivaloni da tangenziale e coprispalle (o e una mantellina?) in pizzo
e anche piume. Prozia, sul serio, basta fare la sexy: stanotte avrò gli incubi.
In tutto ciò, devo essermi perso il momento in cui siamo passati dal MFVF al Lucca Comics. Anche se non è una fanciulla, menzione d’onore ad
Alex Troll, che è salito sul palco bardato di elmo e brandendo una spada, e pure prendendosi sul serio. Improvvisamente, le cosce scoperte della Prozia non mi sembrano nemmeno più così imbarazzanti…
Restiamo in tema Lucca, ché forse
Sophia Aslanidou dei Season of Ghosts era in anticipo e ha deciso di portare il suo cosplay da stereotipo di adolescente daVk a Weeze e fare una capata sul palco. Sul serio, col suo vestito si può giocare al bingo: stivaloni talmente pesanti che cammina come un t-rex? Check. Guanti in ecopelle? Check. Cappellino di piume? Check. Altre piume sull’orlo dei guanti e sulle spalline? Pure! Corpetto in PVC tutto fibbie e cinghioni? Mica poteva mancare! Pseudogonna in PVC? Mai senza! E la sopravveste in tulle a ragnatele? Cristo, non si vedeva da metà Anni Duemila, e comunque, sul serio me la abbini con i collant leopardi? Doppia foto per lei perché tutta questa baracconaggine non si può ammirare da una sola angolazione.
Sempre in tema giappominkia, ecco
庵-iori-, davvero made in Japan, dei Magistina Saga, che sono in tutto e per tutto la versione tarocca dei Versailles. Non a caso, la nostra è riuscita a infilarsi addosso una tale quantità di trine e merletti strato su strato che a momenti le gambe non la reggono nemmeno sostenute dagli stivaloni fetish privi di giuntura. Ad occhio e croce, è salita sul palco, ha visto le reazioni del pubblico, ha avuto un attimo di lucidità ed è stata immortalata mentre si pentiva amaramente di quell’outfit.
E così come il MFVF, chiudiamo anche noi con i Therion, che stravincono alla fiera della baracconaggine. Basta guardare
Linnéa Vikstrom e
Sandra Laureano, che sono in evidente imbarazzo per il fatto di trovarsi l’una accanto all’altra.
La prima evidentemente mantiene la Linnéa sgobbando in palestra, e come ha finito di allenarsi si è buttata addosso la prima giacca in pelle che ha trovato ed è corsa sul palco così com’era, tuta compresa.
E poi c’è la Sandra, che mi lascia davvero perplesso. Un po’ figlia transessuale e disconosciuta di Babbo Natale, un po’ maîtresse di un bordello molto economico durante la serata di Capodanno, probabilmente passata dalla prima alla seconda. Beh, se non altro pare avere fra i venti e i trenta, perché la lunghezza della gonna è la stessa della Prozia Livia.
GROSS!
Ed eccoci qui, sopravvissuti a questa carrellata. Per l’edizione dell’anno prossimo propongo una maxi-retata della fashion police: una notte in gattabuia e magari qualcuna si ravvede. Delle altre non credo sentiremo la mancanza…