Avete presente quel fenomeno per cui le mode arrivano in periferia sempre con un po’ di ritardo rispetto al centro? Beh, come se le vistose bastonate nei denti che l’Italia continua a prendere all’Eurovision non l’avessero sottolineato abbastanza, è arrivato il Festival di Sanremo, che pretende tutt’ora di essere il Manifesto della Canzone Italiana con tutte le maiuscole del caso, a confermare che musicalmente il Belpaese è un’accozzaglia malriuscita di vecchi e provincialotti.
Ora, che caspita c’entra Sanremo con Epilla, chiederete voi, visto che qui ci occupiamo di tutte e cinquanta le sfumature di pussy metal ma non delle rime cuore-amore che Mamma Rai continua a propinarci? Beh, a ‘sto giro è Carlo Conti che è venuto sconfinarci nel giardino e pretendere di farla da padrone. Stasera è stata infatti la puntata delle cover, e così Federico Paciotti, il nuovo pupillo di Caterina Caselli, ha pensato bene di fare un cosplay di Ville Valo e proporre E Lucean Le Stelle della Tosca di Puccini sul palco dell’Ariston, improvvisandosi tenore dopo aver inforcato una chitarra elettrica.
E cosa c’è di strano, chiederete voi? Ben venga che la tv italiana tenti di svegliarsi un po’, no? Sì, è vero. Ma poi ti arriva Conti che inizia a strombazzare:
Unico! Un chitarrista straordinario, un tenore straordinario! Spero proprio che da questo palcoscenico partirà un gioiello che porterà in giro per il mondo questa musica, questa fusione tra il rock e l’opera! Se si può fare la cover in qualche modo di Puccini, si può fare la cover di qualsiasi canzone: questo il senso di questa sigla affidata a questo fenomeno!
Ed è qui che da Miskolc parte una lunga pernacchia che passa per la Germania, arriva in Olanda e continua su fino alla Svezia e la Finlandia, seguita da una fragorosa risata. No, perché davvero, Carlo Conti? Doveva arrivare Federico Paciotti l’ex chitarrista dei Gazosa, armato di cuffia di lana e eyeliner, a dire al mondo che si può cantare in lirico su una chitarra elettrica, e si può convertire un brano classico in uno rock? Oggi, nel 2015? E tutto questo me lo chiami unico e straordinario? Io capisco che stiamo sempre indietro, ma perfino in Italia c’abbiamo un paio di cloni dei Naituiss, gente che se la tenta, gente che ci riesce, gente che a suo modo ha innovato per gli standard nazionali. Non puoi venirmi a millantare l’originalità e l’unicità di qualcosa che riflette pallidamente un fenomeno ormai talmente sovrasaturo da aver generato perfino un blog-parodia come Epilla. Eddai, e apriamolo internet, ogni tanto! C’è tutto un mondo fuori dall’Italia, se non ne prendiamo almeno visione questo paese non risalirà mai la china!
Non si dovrebbe guardare Sanscemo però...nemmeno per prenderlo per il culo, anche perché quello si può fare a prescindere anche senza guardare un secondo di ogni nuova edizione, e ci si prenderebbe lo stesso, visto che non cambia praticamente mai.
RispondiEliminaDetto questo, se il tipo di cui si parla, come viene detto sopra, è quello che suonava la chitarra nei Gazosa, va detto che pur rimanendo la stronzatona del Conti ovviamente, e anche il fatto che quel gruppetto di adolescenti era la solita robetta ininfluente, inutile e costruita a tavolino (al di là che suonicchiassero decentemente, in particolare lui) per fare il "nuovo fenomeno" italiano ecc., il chitarrista in questione ascolta o almeno ascoltava anche del metal, soprattutto sul power sinfonico e dintorni penso, visto che al tempo si presentò sul palco di Sanscemo con una maglietta dei Rhapsody mi sembra di ricordare (non so nemmeno se lo vidi personalmente, credo di no, ma lo dissero tutti in giro quindi non credo sia una balla inventata da qualcuno), e dovrebbe essere lui anche il tipo che si vede farsi autografare una chitarra da Timo Tolkki degli Stratovarius in occasione di un concerto italiano del tempo, nella vhs ufficiale uscita nel 2000 o giù di lì, che raccontava il tour di "Infinite" con immagini live e non. Quindi, voglio dire, la cazzata è tutta di Conti/Sanscemo in generale, che appunto vivono fuori dal mondo per tantissime cose musicali e non. Lui invece lo saprà benissimo che non è un'innovazione di un cazzo, che lo ammetta o meno in quel contesto o altri.
Sai che hai passato troppo tempo su internet quando riconosci un commento di De Zendinel anche se si firma "Anonimo".
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